Son passate quasi due settimane dal primo giorno di incendi, il 25 luglio, divampati in Sardegna nel territorio dell’Oristanese.
Molti son stati i gesti di immediata solidarietà verso i paesi colpiti senza tregua dalle fiamme: raccolte fondi, eventi, concerti, cd e t-shirt, il ricavato dei quali sarà interamente devoluto alle famiglie e i lavoratori in difficoltà.
Ma c’è ancora tanto da fare. A partire da Santu Lussurgiu, uno dei paesi in provincia di Oristano in cui tutto è iniziato. Ne scrive il sindaco Diego Loi, che si affida alla sua pagina Facebook, denunciando la situazione di difficoltà in cui si trovano i suoi compaesani:
“Oltre il danno, la beffa. Ancora, a 12 giorni dall’inizio del disastroso incendio, non sono state ripristinate le linee telefoniche presso la nostra borgata di San Leonardo de Siete Fuentes. Ho denunciato al Prefetto di Oristano la grave situazione che si configura come interruzione pubblico servizio.
Le attività produttive, ristoranti, bar e alberghi di San Leonardo sono aperti e operativi: vi invitiamo pertanto ad andare anche se non raggiungibili telefonicamente. È anche questo un modo importante di aiutare la nostra comunità”.
A Cuglieri, nella stessa provincia, i barracelli, dopo aver lottato contro le fiamme per salvare il loro paese, lanciano un grido d’aiuto: i loro mezzi sono seriamente danneggiati e hanno bisogno di una nuova dotazione.
Più precisamente, hanno perso un camioncino e un fuoristrada, indispensabili per il servizio di vigilanza e di intervento nelle campagne. In questi giorni poi i barracelli sono impegnati nel recupero di animali selvatici sopravvissuti ai roghi, raccolta di mangimi e accoglienza dei volontari.

E dato che i tempi burocratici per ricevere i mezzi rischiano di diventare troppo lunghi, hanno deciso di fare una raccolta fondi online (a cui si può accedere tramite questo link) per accelerare i tempi e riniziare subito a mettersi al servizio della loro comunità.

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