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“È accettabile che l’organismo regionale deputato a tutelare la salute dei sardi incoraggi l’utilizzo di protocolli non riconosciuti scientificamente?”. Rossella Pinna, componente democratica della Commissione regionale sanità, rilancia con un’interrogazione depositata in Consiglio regionale la questione relativa alla nota inviata dall’assessorato dell’igiene e sanità della Regione Sardegna ai medici di base e ai pediatri di libera scelta contenente l’invito a utilizzare i protocolli per la terapia domiciliare nella lotta contro il Covid”.

Nel maldestro tentativo di evitare la zona gialla, nei giorni scorsi si è assistito ad un’incresciosa vicenda, tanto assurda e fuori dalle regole quanto pericolosa per sicurezza dei pazienti sardi – scrive Pinna- : l’invio, su disposizione dell’assessorato alla sanità di una comunicazione che invita i medici di base all’attivazione di protocolli di assistenza e cura non riconosciuti e dunque non conformi alle linee guida del Ministero, dell’ISS e delle agenzie sanitarie internazionali.

I democratici, insieme a tutte le forze di minoranza presenti in consiglio regionale, interrogano il presidente Solinas e l’assessore Nieddu in merito a “una scelta che sa più di approssimazione che di seria programmazione sanitaria, che evidenzia la disorganizzazione e la gestione quantomeno carente dei pazienti in positivi e in isolamento domiciliare, spesso senza neppure un contatto con le USCA e, – prosegue la consigliera dem – “bisogna dirlo, abbandonati in un limbo anche per poter prenotare un tampone per i bambini presso le sedi ats.”

“Malgrado le denunce delle comunità, dei sindacati, dei pazienti, riuniti in associazioni e comitati, continuano a mancare i medici di base, i pediatri di libera scelta, le guardie mediche di continuità e pure quelle turistiche, si chiudono i reparti di pronto soccorso e di medicina – affermano in maniera unanime le opposizioni – mentre gli ospedali sono sempre più in affanno per la carenza di personale e si è, di nuovo, nella necessità di aprire reparti covid. Cosa non funziona? Chi gestisce la sanità non dovrebbe avere chiare le responsabilità, conoscere il discrimine tra scienza e incoscienza?”

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