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Da mercoledì prossimo si aprirà a Cagliari la settimana della mobilità sostenibile. Sono previste una serie di iniziative: passeggiate ecologiche, escursioni nei parchi, giri in bicicletta. Indubbiamente sarà bellissimo parlare della mobilità del futuro, meno invasiva e inquinante. Tutti vorremmo spostarci in modo sostenibile.

Ma ora dobbiamo confrontarci con la mobilità del presente. Quella degli errori, delle strategie sbagliate. La mobilità insostenibile. Quella che oggi, 13 settembre 2021, ha portato la monopolista Tirrenia ad interrompere il collegamento tra Cagliari e Civitavecchia. Quella che dal prossimo 15 ottobre vedrà la vecchia Alitalia, volare via dai cieli italiani e lasciare spazio alla nuova ITA. Che, essendo esclusa dal regime di continuità territoriale aerea, per ora non ha previsto alcun collegamento da e per la Sardegna.

Morale? Da metà ottobre i sardi non avranno la certezza di potersi spostare in aereo a prezzi calmierati e in ogni fascia oraria, come bene o male hanno potuto fare in tutti questi anni.

Oltre che la mobilità sostenibile ed ecologica, insomma, oggi è in gioco la stessa mobilità dei sardi e dei turisti che vogliono venire in vacanza nell’isola: una questione che ha non poche implicazioni per lo sviluppo economico della nostra regione.

E siccome ogni momento difficile può essere sfruttato per migliorare, questo sarebbe il momento buono per ridisegnare un nuovo modello di continuità marittima, prevedendo un sistema in cui per prendere un traghetto una famiglia non debba accendere un mutuo; oppure un nuovo modello di continuità territoriale aerea che non dia tutto il potere contrattuale ad un unico vettore che, per un motivo o per l’altro, sia nelle condizioni di lasciarci tutti a terra.

Altri modelli esistono.

Modelli, ad esempio, che mantenendo la libera concorrenza, possano lasciare libero il viaggiatore di farsi il biglietto con la compagnia a scelta per poi rimborsargli una percentuale della somma spesa.

Trasporti celeri, efficaci e calmierati sono il presupposto per la rinascita economica della Sardegna. Eppure da anni si continuano a prorogare regimi inefficaci e antieconomici che accontentano solo pochi monopolisti.

Ma ora le proroghe non sono più possibili. O la politica agisce e trova delle soluzioni, o la Sardegna va a fondo.

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