Il rapper di Olbia, ora indagato per il concerto non autorizzato del 13 agosto scorso, si apre durante un’intervista rilasciata alla rivista di moda Vanity Fair, per raccontare la sua vita prima del successo. Ironicamente, il suo ultimo disco si chiama “Flop” ed è stato il più ascoltato a livello mondiale per settimane intere.

“Fino a 27 anni ho collezionato solo fallimenti”, dice Salmo. “E forse è proprio per questo che dopo tutti questi flop, sono arrivato pronto”. Al successo, s’intende. Il rapper olbiese racconta dei suoi tour in giro per l’Europa, “dormivo sui palchi alla fine dei concerti”, per fare un esempio. L’esperienza peggiore? Chiede il giornalista. “Una volta in Portogallo ho suonato di fronte a sette tossici per otto euro, un euro a testa in pratica”.

Un’esperienza che l’ha forgiato caratterialmente, come ci aveva fatto sapere già nei suoi album precedenti, sottolineando la forza della sua “corazza” sarda che lo ha portato a scontrarsi contro chi provoca ingiustizie. Come quella capitata ai lavoratori dello spettacolo che, a detta del rapper, son stati fortemente penalizzati dalle normative anti-Covid e che l’ha portato a fare quel concerto non autorizzato di cui dovrà rispondere alla Procura di Tempio.

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