No, questa volta non si tratta dei guerrieri Shardana, ma di uno studio riportato dalla rivista specializzata “Science” e pubblicato su “Praehistorische Zeitschrift”, che analizza gli elementi comuni e le divergenze nelle raffigurazioni di guerrieri con elmi cornuti ritrovati in Sardegna (bronzetti), Scandinavia (bronzi e incisioni su rocce) e Penisola iberica (stele di pietra), risalenti alla fine dell’età del bronzo e la prima età del ferro, precisamente tra il 1000 e il 750 a.C.

Dalle analisi di tipo qualitativo è emerso che esistono degli elementi in comune nelle rappresentazioni delle tre regioni, come ad esempio quella degli elmi con corna curvate o dritte, le spade, gli occhi concentrici – tipici delle statue di Mont’e Prama -, il sovra-dimensionamento di alcune parti del corpo, delle armi o dello stesso guerriero. Esiste poi un archetipo, o immagine-modello, della figura del guerriero con queste caratteristiche che si sviluppa in area levantina, da cui provengono anche i Fenici che arrivarono fino in Sardegna, e si diffonde nel resto del Mediterraneo ed in Europa almeno dall’età del bronzo finale. L’aggiunta della Scandinavia al network coincide con l’apertura di una nuova rotta atlantica, seppur non diretta con l’Isola, e con la consolidazione dell’espansione fenicia motivata dalla ricerca di nuove risorse metallifere nel Mediterraneo occidentale.

In tutte e tre le aree, l’elmo cornuto viene utilizzato per esprimere la potenza dell’individuo che lo indossa, la quintessenza del guerriero. Le corna diventano elemento per identificare un preciso gruppo di individui i cui simboli, spesso legati all’ambito bellico, vengono esibiti in rituali commemorativi legati all’ambito funerario o sacro. Tra i gli elementi comuni, la rappresentazione dello sguardo e gli elementi decorativi somiglianti di alcuni individui con elmi cornuti potrebbe associarsi a due fenomeni: da una parte la diffusione di simboli attraverso il commercio del metallo tra le tre zone, e dall’altra la diffusione di credenze e culti associati al fenomeno della “gigantizzazione” dell’individuo. Ancora una volta, ci tornano in mente i Giganti.

Lo studio è condotto dalla professoressa Helle Vandkilde del Dipartimento di Archeologia di Aarhus University, in Danimarca, dalle ricercatrici dello stesso Ateneo, Valentina Matta (PhD) e Laura Ahlqvist (dottoranda), e da Heide W. Nørgaard, ricercatrice al Moesgard Museum.

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