Anci Sardegna ha presentato alla Giunta e al Consiglio regionale un testo sull’adeguamento delle indennità dei sindaci e degli amministratori sardi colpevolmente trascurata dal Governo nella Legge di Bilancio.

“Adesso la palla è al Consiglio regionale della Sardegna che ha la storica opportunità di far valere per bene la propria autonomia speciale” scrive in una nota Emiliano Deiana, che di Anci Sardegna è il presidente.

“Anci Sardegna e i sindaci sardi la proposta l’hanno fatta scrivendo un testo equilibrato e migliorativo della norma nazionale” conclude Deiana. “Attendiamo fiduciosi. Ma vigili”.

L’indennità di funzione dei sindaci in Italia salirà gradualmente e in base al numero di abitanti e all’importanza del comune, sia capoluogo di Regione, di provincia o semplice municipio.
Parametro unico di riferimento sarà il trattamento economico base corrisposto ai presidenti di Regione, fissato in 13.800 euro lordi al mese. Se ai sindaci metropolitani andranno aumenti del 100 per cento, per quelli a capo di un capoluogo di provincia con più di 100mila abitanti andrà l’80 per cento dei 13.800 euro lordi mensili, fissati come parametro (11.040 lordi). Gli assessori, il vicesindaco e il presidente del consiglio comunale, a cascata, subiranno sorte analoga in base alle attuali percentuali calcolate sullo stipendio del sindaco.

Il governo ha motivato l’aumento con la necessità di colmare la distanza di trattamento tra primi cittadini e gli eletti in Regione e in Parlamento. I sindaci sono esposti a responsabilità civili e penali rispetto ai parlamentari a fronte di indennità fra le più alte d’Europa.

Scorrendo la suddivisione per numero di popolazione, l’incremento di stipendio è fissato al 70% del suddetto trattamento economico del presidente di Regione (13.800 euro lordi mensili), per i sindaci dei comuni capoluogo di provincia con popolazione fino a 100mila abitanti; del 45% per i comuni sopra ai 50mila abitanti (Faenza); del 35% per i municipi dai 30.001 a 50mila abitanti (Lugo); del 30% da 10.001 a 30mila abitanti (Cervia); del 29% da 5.001 a 10mila abitanti; del 22% da 3.001 a 5mila abitanti e del 16% per i sindaci di comuni con popolazione fino a 3mila residenti. La Sardegna però è fuori.

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