carta d'identità

Regione Sardegna ha ammesso uno dei più grandi furti di dati mai subiti da una pubblica amministrazione, compiuto per mano dei cyber criminali del gruppo Quantum Locker che hanno messo le mani su 155 Gigabyte di dati. Stando a quanto scrive il quotidiano on line Open, tutto sarebbe partito da un errore umano

A parlare per primo della vicenda è stato Indip, giornale sardo di informazione indipendente. Adesso la Regione conferma tutto, eparla di possibili conseguenze come “usurpazione di identità, perdita di controllo sui propri dati personali, utilizzo degli stessi dati a scopo di pishing”.

In particolare son stati resi noti dati anagrafici (documenti di identità, curriculum vitae, numeri di cellulare), dati sanitari, informazioni sul proprio stato patrimoniale e finanziario. Nel complesso sono 155 Gigabye di dati, l’equivalente di oltre duecento cd rom.

Stando a quanto scrive Open, i cyber criminali avrebbero attaccato i sistemi di SardegnaIT, la società che si occupa di gestire tutte le infrastrutture informatiche della regione, sfruttando un errore di un dipendente che avrebbe involontariamente contaminato i sistemi durante l’installazione di un altro software, questa volta legittimo.

I dati a questo punto sarebbero pubblici. Perché, così come riportato dall’utente di Twitter @sonoclaudio, i dati sono stati pubblicati da Quantum Locker. Il Garante per la Privacy ha aperto un’istruttoria su tutta la vicenda.

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