Il 25 settembre 2022 rappresenterà una tappa importante per la carriera di tantissimi politici, nazionali e regionali. Per Luigi Di Maio ha un valore particolare: l’uscita dal Movimento 5 Stelle e la nascita del progetto Impegno Civico hanno rappresentato due passaggi, tanto dolorosi da un lato quanto entusiasmanti dall’altro.

E poi c’è e c’è stato l’impegno da ministro degli affari esteri della cooperazione internazionale nel governo Draghi, le tante idee sul tavolo e un programma semplice ma molto specifico che sta portando nelle piazze, negli incontri con gli elettori.

A Cagliaripad ha parlato della crisi energetica, delle possibili soluzioni per aiutare famiglie e imprese, ma anche della Sardegna e del governo di centrodestra in carica.

Onorevole Di Maio, ad un mese dall’inizio della campagna elettorale, che tipo di riscontro ha avuto da parte degli elettori in giro per l’Italia?

Ho sempre trovato una calda accoglienza, soprattutto da parte dei giovani. C’è, però, anche tanta preoccupazione, soprattutto per l’aumento dei prezzi dell’energia e della spesa in generale. Le persone mi domandano in che modo le aiuteremo. Apprezzano molto il fatto che su questo tema siamo stati i primi a mettere a punto proposte concrete. I cittadini hanno compreso che il nostro decreto ‘Taglia Bollette’, con cui lo Stato pagherà fino a fine anno l’80% delle spese energetiche a imprese e famiglie del ceto medio e in povertà, come l’azzeramento dell’Iva sui beni di prima necessità, sono misure di emergenza che evitano allo Stato danni e costi maggiori in futuro. Abbiamo lanciato una campagna attraverso il sito web www.tagliabollette.eu che in poche ore ha visto il coinvolgimento di oltre 100mila persone: anche questo è un bel segnale.

Si stima che almeno il 30% degli aventi diritto non andrà a votare. Come si “combatte” l’astensionismo e perché, secondo lei, c’è una così importante disaffezione verso la politica?

Questa è la mia più grande preoccupazione: le persone che non trovano più una motivazione per recarsi alle urne pensano che le cose non cambieranno mai. La soluzione è quella di andare oltre l’ascolto e coinvolgere direttamente i cittadini nell’attività politica. Dobbiamo occuparci di quello che può davvero migliorare la loro vita e farlo insieme a loro. Impegno Civico è l’unica forza politica, ad esempio, a proporre insieme al salario minimo un salario equo, commisurato cioè alle effettive esperienze maturate dalle persone. Pari opportunità e riconoscimento del merito per noi sono un binomio irrinunciabile. Lo stesso potrei dire sulla necessità di favorire la parità di genere partendo dall’occupazione femminile: non promettiamo la luna, ma se una giovane coppia può contare su un welfare efficiente, usufruire di servizi di baby-sitting o asili nido senza spendere un capitale o contare sul tempo pieno a scuola, pensi quante potenzialità si sprigionano.

Parliamo delle difficoltà sull’approvvigionamento del gas. Come si può e si deve muovere l’Italia nei prossimi anni, quali sinergie può costruire per salvaguardare famiglie e imprese dai crescenti prezzi delle bollette?

L’invasione russa in Ucraina sta mietendo migliaia di vittime e questa è una tragedia immane. La guerra però Putin la sta facendo anche a noi aprendo e chiudendo i rubinetti del gas. Le bollette sono fuori controllo e abbiamo il rischio sia che 120mila imprese chiudano subito sia che 370mila lavoratori perdano il posto di lavoro. Dal giorno dopo le elezioni bisogna intervenire con un provvedimento di emergenza che vada a coprire almeno l’arco di un trimestre, da ottobre a dicembre: il decreto Taglia-Bollette. Nell’attesa che diventi effettivo il tetto al prezzo del gas, per il quale continuiamo a batterci in Europa, servono 13,5 miliardi di euro che abbiamo già individuato nelle maggiori risorse che lo Stato incassa, ad esempio, su Iva e accise derivanti dall’inflazione. Intanto stiamo facendo un grande lavoro per diversificare le fonti di approvvigionamento di gas e ridurre la dipendenza dalla Russia. Parallelamente dobbiamo spingere al massimo sulla diffusione delle ecoenergie, sburocratizzando l’installazione di impianti rinnovabili, per raggiungere la neutralità climatica nei tempi stabiliti.

Negli ultimi mesi l’inflazione è cresciuta in modo esponenziale. Quali sono le soluzioni che consentano a famiglie e singoli cittadini di respirare un po’?

Con l’inflazione, l’acquisto di alcuni beni sta diventando proibitivo: secondo Coldiretti quest’anno il carrello della spesa di una famiglia costerà 670 euro in più. Impegno Civico è stata la prima forza politica a proporre l’azzeramento dell’Iva su tutti i beni alimentari, della natalità e farmaceutici. Dobbiamo restituire potere d’acquisto alle famiglie e dobbiamo farlo insieme alle imprese: su questo fronte dobbiamo lavorare per ridurre sensibilmente il cuneo fiscale e per riportare le retribuzioni a livelli dignitosi. Sul salario minimo avremmo fatto già passi avanti considerevoli se forze politiche scriteriate non avessero fatto cadere il Governo. Del salario equo ho già accennato, ma tendo a ribadire che conviene a tutti, perché scongiura la fuga dei cervelli all’estero e fa ripartire l’economia.

I giovani vengono ancora oggi visti come una categoria in difficoltà. Tra istruzione e lavoro, tanti si ritrovano in un limbo. Cosa si può fare nei prossimi cinque anni per agevolare il loro rapporto col mondo del lavoro?

I giovani sono il nostro tesoro da custodire. E per una forza giovane come la nostra è automatico farlo. Il nostro programma lo abbiamo scritto insieme a tante ragazze e ragazzi e non a caso mette al centro la scuola e il rapporto con l’impresa, la previsione di assegni di studio per i fuorisede, l’introduzione di sgravi strutturali del 50% sul costo del lavoro per chi assume gli under40, da affiancare a politiche di welfare efficaci. Altre misure riguardano l’occupazione femminile e il rientro dei ‘cervelli in fuga’. Un punto del nostro programma cui tengo tanto è il mutuo ZAC, Zero Anticipo Casa: lo Stato versa l’anticipo – che spesso è uno scoglio insormontabile per gli under 40 – e i giovani acquirenti lo restituiscono a rate e senza interessi. Ecco i nostri progetti concreti per il Paese: sono misure che partono dai giovani e danno benefici a tutta la società. Se i cittadini daranno fiducia a Impegno Civico continueremo a dare il massimo per il rilancio dei nostri territori, a partire dalle nuove generazioni.

Non sono mancate le polemiche, in questi due anni, verso la Giunta Solinas in Sardegna e la gestione delle risorse dell’Isola. Che opinione ha del governo Solinas e a poco più di un anno dalle prossime elezioni Regionali, e quale può essere il percorso che Impegno Civico potrà fare in termini di alleanze e proposte?

La Giunta Solinas è disomogenea e composta da forze che lavorano a compartimenti stagni. La mancanza di strategia e di dialogo si fanno notare e con un’alleanza di governo così disomogenea difficilmente si riesce a incidere. I risultati sono sotto gli occhi dei cittadini sardi: dalla sanità all’agricoltura, passando per la gestione ambientale la regione non fa passi avanti significativi. Noi ci impegneremo per non disperdere il grande patrimonio di competenze, tradizioni, bellezza e capacità di innovazione che la Sardegna esprime. Con i nostri rappresentanti del territorio faremo sistema insieme a imprese e istituzioni a tutti i livelli. I cittadini possono fidarsi perché questo metodo lo abbiamo già sperimentato con successo con il Patto per l’Export, che ho fortemente voluto e trasformato in realtà, peraltro portando risultati eccellenti anche in Sardegna. L’export sardo ha contribuito con 5,5 miliardi di euro a raggiungere il record assoluto italiano nel 2021, pari a 516 miliardi di valore complessivo nazionale. Un risultato che si sta consolidando anche quest’anno nonostante la crisi energetica: le aziende sarde hanno incrementato le esportazioni anche nel primo trimestre 2022, con un molto confortante +35,6% sul medesimo periodo del 2021.

La Sanità in Sardegna, in questi tre anni, è stata ed è ancora in difficoltà, con la mancanza continua di personale e la chiusura di diversi presidi nei territori. Se ha avuto modo di seguire la vicenda, quali sono secondo lei i passaggi che il governo centrale può fare per aiutare l’Isola a migliorare questa situazione?

La sanità sarda è uno dei principali esempi delle conseguenze dell’azione a compartimenti stagni del governo regionale. La Lega spinge per la privatizzazione e non si occupa di rispondere alle esigenze dei sardi. Impegno Civico ha in mente un progetto di sanità pubblica che, nel rispetto delle competenze regionali, sia maggiormente coordinata a livello centrale. Dobbiamo puntare all’uniformità delle prestazioni erogate su tutto il territorio nazionale e dire basta a territori di serie A e territori di Serie B da cui parte un “turismo sanitario” a senso unico. Nel Pnrr ci sono fondi importanti, ma prima di prevedere incrementi di spesa dobbiamo estendere le buone pratiche delle regioni più efficienti a tutte le altre. Molti medici sardi coltivano il sogno, più che legittimo, di tornare a lavorare nella loro terra: per trasformarlo in realtà dobbiamo riorganizzare al meglio la sanità, eliminando proprio i fattori che li hanno spinti ad andare via.

Vista la Sardegna dall’esterno con un occhio interessato, cosa manca all’Isola per poter sfruttare di più e meglio le sue ricchezze?

Di certo la Sardegna non ha bisogno di proposte campate in aria come la ‘zona franca’ che, per come la immagina Solinas, è irrealizzabile e contrasta le norme comunitarie. Il principio di insularità che abbiamo appena inserito in Costituzione, proprio sul finale di legislatura, è uno strumento che può finalmente portare ai sardi benefici reali. Per farlo serve un governo in grado di dare risposte concrete e fattibili: la destra ha già fatto promesse per 160 miliardi di euro e ha già dato prova di incapacità nel 2011, quando ha rischiato di portarci al fallimento. Impegno Civico e la coalizione progressista sono l’unica proposta politica in grado di mettere in campo una visione, di renderla progetto e di trovare le coperture economiche necessarie per consentire alla Sardegna di valorizzare i suoi punti di forza ed eliminare gli svantaggi derivanti dall’insularità.

Cosa devono aspettarsi i sardi (e gli italiani) dalle elezioni del 25 settembre e quale sarà l’impegnò che lei intende prendersi in favore degli elettori?

Impegno Civico lavorerà esattamente per questo: con serietà e responsabilità risponderemo ai bisogni dei cittadini sardi dando concretezza al principio di insularità e consentiremo alla Regione di esprimere tutte le sue potenzialità. Per noi parla la nostra storia e la nostra coerenza: guido una forza politica giovane e fermamente ancorata ai valori europei e atlantisti, ma abbiamo già ottenuto risultati importanti e tangibili sul territorio sardo. Oltre al Patto per l’Export, con il deputato Alberto Manca abbiamo risolto l’annosa problematica degli ‘usi civici’, dando una grossa mano ai tanti Sindaci che avevano le mani legate per la gestione urbanistica dei propri Comuni. O, ancora, con il deputato Luciano Cadeddu siamo riusciti a dare vita a ‘Caseificio Italia’, il sistema di monitoraggio del latte ovicaprino e bovino: uno strumento essenziale per conoscere i quantitativi che circolano sul territorio nazionale. Del resto, tutti ricordano le eclatanti proteste del febbraio 2019 e so bene il dolore che prova un sardo nel versare il prezioso latte per strada. In questo modo, siamo determinati a dare risposte concrete al popolo sardo come a tutti gli italiani.

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