“Occorre puntare al miglior piazzamento possibile nei playoff, cercando di giocarci le nostre carte ogni settimana per poi vedere dove saremo alla fine della stagione regolare”. Il Direttore Sportivo del Cagliari Nereo Bonato ha incontrato questa mattina i media a margine dell’allenamento mattutino tenutosi a porte aperte nel Centro sportivo di Assemini.

Al centro della disamina l’analisi della situazione dopo la gara di Modena, il punto sul mercato appena concluso e il campo, con il cammino che prosegue a cominciare dalla sfida di sabato all’Unipol Domus contro il Benevento.

“È un campionato molto equilibrato – ha detto il manager rossoblù -: prima di tutto occorre essere squadra e avere la mentalità giusta, senza fretta e con la consapevolezza di un percorso ancora lungo. I giovani? Sappiamo di avere in casa tanti prospetti interessanti, è fondamentale avere un’ossatura nella quale inserirli senza bruciarli e permettendo loro di esprimersi al meglio. Solo così potremo costruire nel modo giusto il Cagliari che verrà”.

Il Direttore Sportivo rossoblù ha evidenziato come con Claudio Ranieri ci sia un confronto costante per la costruzione del Cagliari del futuro. “Ogni scelta è stata frutto della sinergia tra il Presidente e le varie aree della Società. Grazie all’attività di scouting siamo andati su profili giovani come Travaglini (classe 2000 che rimarrà all’Olbia fino al 30 giugno), Franke e Sulev, entrambi classe 2006. Qui si lavora bene, c’è voglia di creare valore in ogni componente e i ragazzi lo sanno”. “Questa è una rosa che può e deve ancora dimostrare tanto. Gli infortuni sicuramente ci penalizzano, Ranieri non ha ancora potuto lavorare con il gruppo al completo. Contiamo di recuperare tanti elementi importanti a stretto giro, ed è importante sottolineare come le realtà che fanno giocare i giovani provenienti dal proprio Settore Giovanile siano pochissime oltre alle nostre: penso a Obert, Kourfalidis e Luvumbo, più Cavuoti, Griger e Delpupo”.

“Vogliamo costruire qualcosa nel tempo, guardando al futuro. Per questo c’è stata una valutazione attenta dell’organico, concentrandoci prima di tutto sulla rosa a disposizione prima di andare a cercare nuove risorse. Il primo obiettivo era un esterno di gamba, capace di giocare a piede invertito e bravo nei cross, da qui l’innesto di Paulo Azzi. A centrocampo i recuperi di Rog e Mancosu, l’esplosione di Kourfalidis e la crescita di Makoumbou ci hanno restituito un reparto nutrito per qualità e quantità. Davanti volevamo un giovane di prospettiva e di nostra proprietà, Prelec può essere l’alter ego di Pavoletti e in grado di affiancarsi al livornese come a Lapadula, è un attaccante completo che conoscevamo già da tempo, a partire dal mister che lo aveva visto da vicino a Genova. Obiettivi mancati? Volevamo un difensore dalla categoria superiore per inserire esperienza e tecnica, non è stato possibile perché – una volta trovato l’accordo con club e agenti – i calciatori hanno preferito fare altre scelte personali non compatibili con la discesa di categoria”.

Al centro delle dichiarazioni di Bonato anche gli ultimi discussi episodi arbitrali. “Già contro la Spal, e in generale nelle gare precedenti, c’erano stati episodi controversi che, nel dubbio, erano stati valutati in modo avverso al Cagliari – ha detto -. A Modena le decisioni anomale sono diventate inaccettabili, a cominciare dall’espulsione di Rog fino alla doppia ammonizione fantasma di Zappa, che ha condizionato la gara del calciatore e della squadra, permettendoci di fare ricorso con l’obiettivo di rigiocare una gara che vorremmo affrontare in condizioni normali e senza penalizzazioni di sorta”. Da qui la necessità di un confronto con i vertici arbitrali. “L’arbitro Perenzoni ha ammesso l’errore sull’espulsione di Rog con grande onestà. Rocchi, insieme a Gava e Gervasoni, componenti di AIA e organo tecnico, si sono dimostrati sensibili e propensi all’ascolto, per questo non posso che ringraziarli a nome del Club. Credo che questa situazione possa fare scuola anche per una eventuale modifica del protocollo Var, perché noi paghiamo per la gara appena trascorsa e la prossima col Benevento. Vanno ringraziati anche i ragazzi che in campo hanno mantenuto un atteggiamento razionale senza trascendere nelle proteste, e non era semplice vista la situazione che si era creata”.

Vogliamo costruire qualcosa nel tempo, guardando al futuro. Per questo c’è stata una valutazione attenta dell’organico, concentrandoci prima di tutto sulla rosa a disposizione prima di andare a cercare nuove risorse. Il primo obiettivo era un esterno di gamba, capace di giocare a piede invertito e bravo nei cross, da qui l’innesto di Paulo Azzi. A centrocampo i recuperi di Rog e Mancosu, l’esplosione di Kourfalidis e la crescita di Makoumbou ci hanno restituito un reparto nutrito per qualità e quantità. Davanti volevamo un giovane di prospettiva e di nostra proprietà, Prelec può essere l’alter ego di Pavoletti e in grado di affiancarsi al livornese come a Lapadula, è un attaccante completo che conoscevamo già da tempo, a partire dal mister che lo aveva visto da vicino a Genova. Obiettivi mancati? Volevamo un difensore dalla categoria superiore per inserire esperienza e tecnica, non è stato possibile perché – una volta trovato l’accordo con club e agenti – i calciatori hanno preferito fare altre scelte personali non compatibili con la discesa di categoria”.

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