Il nuovo piano di dimensionamento scolastico del governo Meloni darà il colpo di grazia all’offerta formativa sarda. Soprattutto nelle aree più disagiate della Sardegna. Lo denunciano i consiglieri di opposizione in Consiglio regionale. E annunciano il deposito di una mozione che ha come prima firmataria Laura Caddeo.

“Pochi giorni fa i ministeri dell’Istruzione e dell’Economia hanno definito per decreto il numero di scuole autonome da sopprimere. In virtù dei nuovi criteri, il contingente organico dei dirigenti scolastici in Sardegna passerà da 270 unità a 228 entro l’anno scolastico 2026/2027. Con l’ovvia conseguenza della diminuzione delle scuole”.

Queste nuove disposizioni, osserva la consigliera Caddeo, “innescano una serie di ricadute negative sul sistema scolastico sardo, su chi ci lavora e su chi ne fruisce. In primo luogo, l’accorpamento degli istituti scolastici creerà enormi problemi per l’organizzazione didattica. In secondo luogo ne diminuirà la qualità dell’offerta formativa. Inoltre, la polarizzazione della popolazione scolastica verso i centri più grandi favorirà la dispersione. E alla lunga, l’ulteriore spopolamento delle zone interne dell’isola.”

Per questo i consiglieri chiedono al presidente Solinas di respingere al mittente la disposizione del governo Meloni. Come già hanno fatto Campania, Toscana, Puglia ed Emilia Romagna, che si sono appellate alla Corte Costituzionale.

“Occorre che le disposizioni sul dimensionamento scolastico tengano conto di peculiarità sarde come denatalità, spopolamento, dispersione scolastica. Nonché delle caratteristiche geografiche e della rete viaria, in particolare nelle aree interne e disagiate. I parametri attuali vanno modificati”.

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