Ieri il governo Meloni ha messo nero su bianco che, in materia di intelligence e nuove tecnologie, è bene diffidare da Russia e Cina in quanto le due potenze costituirebbero delle “minacce ibride”. L’esecutivo, infatti, ha deciso di non rinnovare il memorandum d’intesa sulla Belt and Road Initiative, la cosiddetta“Via della Seta”, il documento che affronta in maniera inedita la sfida posta dalla Cina in un contesto di nuova globalizzazione segnata dalla competizione.

Sul tema si è soffermato il professore di Intelligence e sicurezza nazionale alla Lumsa, Marco Mayer, che in una lunga analisi pubblicata sul sito Startmag.it, ha posto un quesito diretto alla neoeletta presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde: “Ora cosa farà? Avrà la forza di mettere in discussione gli accordi Truzzu-Huawei, o la reazione furiosa di Beppe Grillo le impedirà di agire con la necessaria autonomia su un tema importante per il futuro della Sardegna ed emblematico per la sicurezza nazionale dell’Italia?”.

Il riferimento, evidentemente, è all’intervento del primo cittadino, oggi in veste di dimissionario, durante il sesto appuntamento dello Smart City Tour 2020 di Huawei, in occasione del quale il colosso cinese ha illustrato la collaborazione con la Regione Sardegna nei progetti di Smart Region, con alla base la volontà di realizzare un’architettura di riferimento che possa essere adattata ad altre aree urbane.

Si era parlato infatti di “Smart Digital Cagliari”, e cioè di “un modello per tutto il paese”, come aveva spiegato Massimo Carboni, funzionario regionale.

Dalla collaborazione tra Regione Sardegna e Huawei, nata nel 2016, infatti, era nato il Joint Innovation Center (JIC) nel Parco Tecnologico di Pula, un laboratorio di innovazione congiunto, nel quale si concentra il lavoro del Centro di Ricerca, Sviluppo e Studi Superiori in Sardegna (CRS4), dedicato ai progetti sulle smart city, anche con il coinvolgimento di partner locali. Un’iniziativa che era stata approvata anche da Truzzu: “Vada per i numerosi progetti – aveva commentato – ma, a livello nazionale, bisogna convincersi dell’esigenza di investimenti pubblici, oltre che privati, per la crescita delle infrastrutture. La Sardegna è pronta per attivare tante nuove tecnologie, dalla videosorveglianza all’infomobilità, ma c’è da sostenerle alla base”. Nel corso dell’evento, poi, Huawei aveva presentato anche la Smart Campus Solution che utilizza tecnologie digitali per realizzare campus (vere e proprie scuole, condomini, ospedali, aziende, centri commerciali) sicuri, efficienti e verdi.

Ma non solo. Il fondatore del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, è da sempre a favore di un accordo commerciale con la Cina per lo sviluppo di nuove tecnologie e fin da subito fatto sapere che l’Italia avrebbe dovuto rafforzare il “multilateralismo” contro l’“unilateralismo” degli Usa, e mantenere una politica di autonomia rispetto alle decisioni di Washington, sostenendo i progetti futuri di quella che è entrata a tutti gli effetti tra le potenze mondiali.

Oggi, però, per citare le parole di Conte e Schlein in seguito alla vittoria di Alessandra Todde, “il vento è cambiato”, e il colosso cinese non è più tra le prerogative del governo nazionale, anzi: “Anche nel 2023 la Federazione Russa e la Repubblica Popolare Cinese si sono confermate tra i principali attori della minaccia ibrida, in grado di condurre campagne in danno dei Paesi occidentali sfruttando alcune delle caratteristiche sistemiche che connotano le nostre società, quali l’apertura dei mercati e le garanzie di libertà e indipendenza dei media”, si legge nella relazione in cui si fa riferimento allo spettro Dimefil (diplomatico, intelligence, militare, economico-finanziario, informativo e legale).

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