(Foto credit: ANSA/CLAUDIO PERI)

“La mia famiglia mi ha aiutato, i miei fratelli hanno lavorato per me. Soprattutto mia sorella e mio cognato. Ho bisogno di un risarcimento da parte dello Stato. Ho anche dei debiti. Intanto, lo Stato magari mi dia mille euro al mese”. A dirlo è Beniamino Zuncheddu, l’ex pastore di 59 anni che ha trascorso 32 anni in carcere dopo essere stato condannato all’ergastolo con l’accusa di essere l’autore della strage di Sinnai dell’8 gennaio 1991.

Come riportato dall’Ansa, Zuncheddu è oggi a Marsala per partecipare al convegno organizzato dalla Camera penale “Stefano Pellegrino” sul tema “I tre grandi errori giudiziari. Enzo Tortora, Giuseppe Gulotta, Beniamino Zuncheddu (storie e testimonianze delle vittime della malagiustizia)”.

“Come ho fatto a non impazzire in questi 32 anni in carcere? Difficile spiegarlo. Pensavo: un giorno o l’altro devo uscire perché sono innocente. Mi hanno rubato la vita. Tutti, comunque, in carcere, mi trattavano bene. Sia i carcerati che le guardie. Erano convinti della mia innocenza”.

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