Vietato rompere i piatti ai piedi degli sposi durante le celebrazioni nunziali.

Lo ha deciso il sindaco di Olbia, Settimo Nizzi, che fa sapere si suoi concittadini che chi non segue il divieto, rischia una sanzione, da 50 a 500 euro.

Oltre ad essere stato il primo in Italia ad introdurre la zona 30 in una città, e tra i primissimi a mettere al bando il fumo all’aperto nei tavolini dei bar, oggi il sindaco olbiese spiega quest’ultima ordinanza: “Ragioni di sicurezza – dice – molte persone hanno dovuto farsi medicare; la porcellana è forse più tagliente di un coltello. E dopo i festeggiamenti i cocci vengono abbandonati: pericolo per l’incolumità e pulizia delle strade compromessa”.

Immediata la reazione dei residenti, che hanno commentato così la decisione sui social: “A Olbia siamo i soli in Sardegna a non poter rispettare la tradizione. Perché?”; “Non mi importa della multa: continuerò a rompere il piatto, pagherò”. Poi c’è chi ironizza con un “utilizzerò piatti di carta!”, mentre altri sembrano sinceramente dispiaciuti: “Si è infranta un’usanza importante e molto radicata”. D’altra parte, c’è chi approva in toto la scelta del sindaco: “Sono d’accordo con l’ordinanza, era una tradizione inutile e fuori del tempo: c’è qualcuno che al giorno d’oggi arriva vergine al matrimonio?”.

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