Regione Uras, dal 1° agosto niente medico di base: problemi per 1600 cittadini

Uras, dal 1° agosto niente medico di base: problemi per 1600 cittadini

Il consigliere regionale Emanuele Cera (FdI) lancia l'allarme per il territorio del Terralbese, da agosto senza un medico di medicina generale

Crediti foto: Comune di Uras

“A partire da domani, 1° agosto, oltre 1.600 cittadini di Uras rimarranno privi di medico di base a causa del pensionamento dell’unico medico ancora in servizio”. A lanciare l’allarme è il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Emanuele Cera.

L’esponente della minoranza ha trasmesso una nota ufficiale all’Assessore regionale alla Sanità, Armando Bartolazzi, al Commissario straordinario della Asl 5 di Oristano, Federico Argiolas, e per conoscenza al Prefetto di Oristano, Salvatore Angieri, per segnalare la gravissima emergenza sanitaria che sta colpendo il Comune di Uras e l’intero territorio del Terralbese.

“Una situazione che porta a oltre 8.500 il numero totale di residenti del territorio terralbese senza medico di medicina generale, con il rischio concreto di gravi conseguenze sanitarie e di ordine pubblico” prosegue Cera.

Per affrontare l’emergenza, il consigliere ha chiesto l’immediata attivazione di un nuovo Ambulatorio Straordinario di Comunità Territoriale (ASCoT) a Uras, oppure il potenziamento di quello esistente, in attesa di soluzioni strutturali da parte della Regione.

“Ad oggi l’ASCoT rappresenta l’unica misura temporanea concretamente attivabile per garantire la continuità assistenziale ai cittadini rimasti senza medico” prosegue Cera. “Ma è fondamentale evitare che i pazienti di Uras vengano dirottati sull’ASCoT di Terralba, già al limite delle proprie capacità operative, come dimostrano le numerose proteste e le lunghe attese registrate, o in quello di San Nicolò d’Arcidano che ci risulta stia operando anche a singhiozzo”.

“Non possiamo accettare che le aree interne e le comunità più fragili vengano abbandonate – conclude Cera – La medicina territoriale è un diritto costituzionale. Chi ha responsabilità istituzionali deve agire con urgenza, prima che il disagio sociale e il malcontento diffuso sfocino in proteste da parte dei cittadini”.

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