Regione Salva Casa, l’ennesima impugnazione | Dal centrodestra: “Record poco invidiabile”

Salva Casa, l’ennesima impugnazione | Dal centrodestra: “Record poco invidiabile”

Centrodestra all’attacco della Giunta Todde, mentre il M5s difende la scelta regionale: “Atto di civiltà, non di sfida”

Il nuovo scontro tra Stato e Regione accende il dibattito nella politica sarda. il Consiglio dei Ministri ha deciso di impugnare la legge regionale “Salva Casa“, sollevando una questione di legittimità davanti alla Corte Costituzionale. È solo l’ultimo episodio di un braccio di ferro tra Roma e Cagliari, che vede ancora una volta la Giunta guidata da Alessandra Todde al centro delle polemiche.

L’opposizione di centrodestra non ha perso tempo e ha lanciato pesanti accuse. Per Paolo Truzzu, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, l’attuale amministrazione “vuole stabilire il record, non invidiabile, del maggior numero di leggi impugnate dal Governo nel minor tempo possibile”. Truzzu sottolinea come non si tratti di provvedimenti marginali, “ma stiamo parlando di Energia, Sanità, Trasporti e Urbanistica”. Sul caso specifico del “Salva Casa”, ricorda che l’opposizione aveva tentato di contribuire al miglioramento del testo, suggerendo un semplice recepimento del decreto nazionale con una circolare, come già fatto in altre Regioni, senza alterarne i contenuti.

A rincarare la dose è anche Forza Italia, con il deputato e coordinatore regionale Pietro Pittalis che parla di “ennesima figuraccia nazionale” a danno dei cittadini sardi. Secondo Pittalis, “legittimi investimenti e legittime aspirazioni di molte famiglie sarde vengono ancora una volta vanificate a causa degli errori grossolani della Giunta Todde, incapace da un lato di bloccare speculazioni energetiche, dall’altro di garantire ai cittadini i loro pieni e riconosciuti diritti”.

Di segno opposto il commento del Movimento 5 Stelle. La senatrice sarda Sabrina Licheri bolla l’impugnazione come un “atto di bullismo istituzionale” da parte del Governo nazionale. “Ridurre, ad esempio, da 28 a 20 metri quadri l’agibilità di cosiddette abitazioni è contraria alla dignità delle persone. Non è accettabile che studenti o lavoratori debbano vivere in mini case al di sotto di standard minimi” afferma Licheri.

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