“Ti saremo sempre riconoscenti Pippo. Lo sai che ci hai dato una mano grandissima. Grazie e buon viaggio”. Così lo storico gruppo sardo dei Tazenda ha reso omaggio sui propri canali social a Pippo Baudo, iconico conduttore televisivo scomparso a 89 anni.
Fu proprio Pippo Baudo a lanciare i Tazenda sulla scena musicale nazionale un anno prima del loro debutto a Sanremo nel 1991. Andrea Parodi e compagni parteciparono nel 1990 a “Gran Premio”, quello che viene definito da molti come il primo “reality” della storia della televisione italiana.
“Gran Premio” non era solo un gioco televisivo, ma un vero e proprio evento nazionale che seppe coinvolgere l’intero Paese. Ogni regione era rappresentata da una squadra e la competizione, condotta da Pippo Baudo, mescolava spettacolo, tradizioni e intrattenimento in un format unico per l’epoca.
Sul palco si alternavano comici, musicisti, stilisti, giocolieri, attori e cantanti, dal lirico al pop-rock, tutti uniti dal desiderio di portare in scena il meglio della propria terra. Ne nacque un mosaico di esibizioni che riuscì a divertire il pubblico, ma anche a valorizzare le molteplici identità culturali italiane.
A conquistare il titolo nella prima edizione fu la Squadra della Sardegna, ribattezzata “Squadra del Corallo”, che con la sua energia e originalità riuscì a imporsi sugli avversari, lasciando il segno nella memoria degli spettatori.
“Nel 1990 Pippo Baudo inventó il primo reality in Italia, Gran Premio, un gioco a squadre che coinvolse tutto il paese, le squadre erano proprio le regioni” ricordavano proprio i Tazenda in un post di qualche anno fa. “Si esprimeva ogni forma d’arte… comici musicisti stilisti giocolieri attori cantanti lirici e cantanti pop rock. Trionfó la Sardegna con la Squadra del Corallo. Dobbiamo tanto a questo progetto televisivo”.
Ancora oggi “Gran Premio” resta un esempio di televisione capace di unire intrattenimento popolare e cultura.
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