“Cinzia era una donna, ma a volte sembrava quasi una bambina, per la leggerezza con cui sapeva affrontare la vita”. Così in un post pubblico sui social Vaskiv Aleksandra ha voluto raccontare chi era Cinzia Pinna, vittima di un femminicidio che ha scosso Castelsardo e l’Italia intera.
“Aveva una simpatia contagiosa, una bontà sincera e una sensibilità rara” scrive Aleksandra che con lei ha condiviso un’esperienza lavorativa dietro il bancone di un bar. “Ma soprattutto, Cinzia era viva, piena di energia, di sogni, di voglia di esserci. Era sempre disponibile ad aiutarti, anche nei momenti in cui forse era lei ad aver bisogno di sostegno. Se ti voleva bene, avrebbe fatto l’impossibile: avrebbe potuto persino prendere la luna e portartela, se glielo avessi chiesto”.
Aleksandra la ricorda come “una lavoratrice instancabile, una sognatrice ad occhi aperti, una donna con tanti obiettivi, con tante aspirazioni e con una costante voglia di costruire qualcosa di bello”.
Una presenza contagiosa per i colleghi. “Dal primo giorno in cui l’abbiamo conosciuta ci siamo affezionati a lei, conquistati dal suo entusiasmo e dalla sua capacità di buttarsi a capofitto nelle nuove avventure, con quella luce negli occhi che nessuno potrà mai dimenticare. I suoi occhi, dolcissimi, rimarranno impressi dentro di noi per sempre. E non dimenticheremo mai cosa è stata per noi, quanto ci ha donato con la sua presenza”.
“Eri così tanto piena di vita che bastava sentirti da lontano per capire che stavi arrivando. Non dimenticherò mai le volte in cui arrivavi al lavoro saltellante, urlando a squarciagola il tuo inconfondibile “Buongiornoooo!”, mentre lanciavi lo zaino in un angolo qualsiasi del bar perché, come al solito, eri in ritardo. Erano momenti semplici, ma pieni della tua essenza, e oggi sembrano preziosi più di qualunque altra cosa. Cinzia, il tuo ricordo non smetterà mai di vivere dentro di noi”.
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