Il dossier 2025 redatto dall’Osservatorio Nazionale Alcol (Ona) dell’ISS delinea uno scenario preoccupante per l’Italia, evidenziando una crescita nel consumo individuale e una diffusione sempre maggiore di abitudini pericolose. Questo trend si pone in aperto contrasto con gli obiettivi di riduzione fissati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, confermando come l’alcol rimanga uno dei principali fattori di rischio per la salute pubblica a causa del suo potenziale cancerogeno, tossico e della capacità di generare dipendenza.
Il report sottolinea che l’abuso di bevande alcoliche non compromette solo la salute del singolo, ma produce gravi ricadute sull’intera collettività. Oltre alle patologie dirette e alla mortalità, che non accenna a diminuire, pesano i danni causati a terzi, come nel caso della violenza domestica, dei sinistri stradali e delle patologie neonatali legate all’assunzione in gravidanza. Si tratta di una problematica complessa che incide pesantemente sia sui costi sociali che sulla qualità della vita dei cittadini.
In questo quadro nazionale critico, la Sardegna emerge positivamente posizionandosi ai gradini più bassi per quanto riguarda la diffusione del consumo: l’isola è infatti all’ultimo posto in Italia per la popolazione maschile (74%) e al penultimo per quella femminile (52%). Al contrario, le regioni dove si registra la maggiore incidenza di consumatori sono la Valle d’Aosta, la Calabria e il Friuli Venezia-Giulia, seguite da Umbria, Abruzzo e Molise.
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