In questo momento, nella Sardegna dell’arte contemporanea, si discute di bando del Comune d’Oristano, avente come oggetto un “Concorso d’idee di Graffitismo e Street art”, questo basterebbe a determinare confusione: Graffitismo (o writing) e Street art (arte di strada o per strada pubblicamente visibile) non sono la stessa cosa, da bando paiono esserlo. La discussione fonda sul fatto, che il bando sia stato prorogato al 31 Agosto, entro il 30 Giugno, al Comune d’Oristano, non è pervenuta nessuna idea.

Cerco di capire: il bando è aperto a street artist (o graffitisti?) non necessariamente sardi, quindi rivolto a un’utenza spaventosamente ampia, quello della steet art contemporanea è un panorama globale simile a un elenco telefonico, o a una pesantissima enciclopedia. Il bando puntualizza che il materiale di realizzazione progettuale dell’idea, verrà messo a disposizione dal Comune e che l’artista verrà gratificato con un simbolico rimborso spese di 500 euro (posso scrivere che quando ho realizzato progetti per Comuni nell’isola, più o meno la mia remunerazione è sempre stata intorno a questa cifra? ).

Cosa bisogna progettare per tale simbolico compenso? Tre muri con tre temi diversi, che fanno pensare più che alla street art (o al graffitismo) alla tradizione muralista politica (di matrice fascista socialista italica) isolana, questo confonde ancora di più, tematiche che proprio internazionali non paiono essere: “Oristano città dello sport”, “La Sartiglia” e “L’arte della ceramica a Oristano”. Le tematiche proposte, poco smuovono artisti di ogni dove, che magari quotidianamente, si confrontano con problematiche di questo tempo. Cinquecento euro non muovono giovani artisti, con traiettorie e stimoli, che vanno oltre i limiti di visione da cartolina, del folk locale, l’idea della cartolina turistica a cielo aperto, in un momento dove più che sulla propria provincializzazione, servirebbe investire nell’internazionalizzazione dei temi e dei contenuti, con i quali ci si vuole relazionare verso l’altrove, non è seduttiva.

Per cinquecento euro, non si muovono neanche Maestri del muralismo isolano (esiste sul serio?), da decenni dipingono scene di genere, in ogni recondita, sperduta e spopolata bidda isolana, sono abituati dalle amministrazioni a ben altri trattamenti economici: incarnano con la loro vanità, quanto sia stato contro producente, mitizzare la propria “non storia”, con ideali e autocelebrative scene di genere comunitarie, rendendo plastico come nell’isola vengano sopravvalutati banali artisti di genere. A questo punto che faccio? Partecipo io? Ma no, che dico? La mia ricerca è troppo personale, in un contesto così fuori dal tempo e dalla storia contemporanea, rischierei di fare cadere la giunta (parlo ovviamente per esperienze personali pregresse).

Ho già scritto, che tutto questo avviene, in un’isola che pensa d’essere nazione, a statuto autonomo Regionale, che si concede il lusso di una città metropolitana e capoluogo di provincia, priva di pubblica alta formazione artistica? Non parlo di Oristano, ma di Cagliari, unica nel suo genere in Occidente…, si, forse l’ho già scritto…, l’ho scritto che il Ministro Dario Franceschini, dovrebbe occuparsi dell’Accademia che a Cagliari non è mai nata e non della Fondazione dei giganti, che ha nel suo direttivo un certo Paolo Fresu? No, questo è meglio non scriverlo, anche se mi pare evidente, che a Cagliari, un’Accademia d’Alta Formazione Artistica, andrebbe istituita per decreto legge presidenziale, magari mi legge il premier Mario Draghi, comprendendo come serva formare una mentalità e una cultura artistica residente dialetticamente rivolta verso l’altrove, serve connettere il tempo di ricerca dei linguaggi dell’arte in una modalità Europea, altrimenti c’è il rischio, che pubblicando un bando o scrivendo d’arte, risulti apparire scemo, non solo chi scrive, ma anche chi legge.

di Mimmo Di Caterino

 

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