In Sardegna è un’antica tradizione di mutuo soccorso: si chiama “sa paradura”, letteralmente “la riparazione”. Un gesto di solidarietà tra pastori.

In questi giorni di indomabili roghi, in cui le fiamme hanno divorato boschi, case e bestiame, cancellando angoli di natura incontaminata, attività economiche, ricordi, sa paradura è scattata quasi automaticamente, per aiutare i pastori a ripartire con un gregge, per aiutarlo a risollevarsi dalla tragedia.

Un regalo, una bella storia di uguaglianza tra pari. In un passato recente sa paradura ha addirittura oltrepassato i mari per arrivare in Appennino.

Dopo i terremoti che hanno sconvolto le regioni centrali, in particolare Abruzzo, Lazio e Umbria, prima nel 2009 con il sisma “dell’Aquila”, poi nel 2016 con quello “di Amatrice”, i pastori sardi si sono mobilitati a supporto dei pastori appenninici, secondo tradizione, portando in Appennino migliaia di capi di bestiame con cui far ripartire le attività.

Dopo il terremoto del 2016 una delegazione di pastori sardi è arrivata a Cascia per consegnare le pecore ai pastori locali. Era il 1 aprile 2017 quando 1000 pecore donate da 1000 pastori sardi arrivavano a Cascia, uno dei paesi del perugino maggiormente colpiti dal sisma.

Sa paradura come aiuto per ripartire dopo il sisma non è arrivata solo in Umbria. Nel 2009 e nel 2017 anche in Abruzzo sono infatti giunte 1000 pecore donate dalla Sardegna.

Per ricordare questo gesto la pagina Facebook “L’Abruzzese fuori sede” ha lanciato una proposta: attivarsi per ricambiare il gesto verso la Sardegna. Far partire una “paradura” abruzzese verso il popolo sardo. Fosse anche una cosa simbolica, scrivono, dall’Abruzzo alla Sardegna, nel nome dei pastori.

In una manciata di ore il post è stato condiviso oltre 2000 volte, raccogliendo più di 500 commenti, tra i quali compaiono ricordi della paradura post sisma, ringraziamenti alla Sardegna, conferme di disponibilità da parte di pastori.

E chi non ha pecore propone raccolte fondi. Un nuovo esempio di solidarietà nazionale che, in tempi di scontri e disparità, diventa un grande gesto e motivo di speranza.

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