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La carenza di manodopera rischia di far naufragare i vantaggi sempre più consistenti offerti sulla carta dall’ampia galassia di incentivi per la riqualificazione degli immobili.

Lo denuncia Andrea Virdis, presidente regionale di Confapi Aniem (l’Associazione dei costruttori edili della Confapi), che in occasione dell’Assemblea annuale per l’approvazione del bilancio regionale ha affrontato il problema della carenza di manodopera, che interessa in questo periodo moltissime imprese.

Non solo l’edilizia, ma ormai tutti i settori – metalmeccanico, chimico, ecc. – sono in affanno perché, di fronte a una ripresa delle attività, non riescono a trovare lavoratori da impiegare.

La carenza riguarda soprattutto le figure professionali più elevate: tecnici, profili specializzati e qualificati quali escavatoristi, autisti di mezzi, muratori, carpentieri, ecc.

Per sopperire alla carenza di manodopera spesso si fa ricorso al lavoro straordinario, ma questo non è sufficiente. La situazione, già seria, peggiorerà quando partiranno i lavori previsti dal PNRR, le ristrutturazioni che beneficiano del Superbonus 110% (in proposito, grave è la mancanza di cappottisti).

La carenza di figure professionali molte volte è accompagnata dal rifiuto delle persone di immettersi nel mercato del lavoro in quanto già percettori di reddito di cittadinanza. Per questo gli imprenditori riuniti hanno avanzato l’istanza di diversificare o modificare un sussidio che nelle intenzioni del legislatore doveva tutelare categorie fragili di popolazione.

Virdis, in occasione dell’assemblea annuale dei costruttori edili della Confapi, ha sottolineato che una problematica così complessa debba essere affrontata con molteplici iniziative da ricercare attraverso l’elaborazione di percorsi attivi all’interno del sistema Confapi.

Tra le soluzioni prospettate, dunque, figurano la stipula di accordi con le Università, l’attivazione di percorsi d’integrazione degli immigrati, un maggiore ricorso agli enti bilaterali, un’attività di informazione e formazione nelle scuole dell’obbligo.

Significativa è anche la proposta di inserire nei Comitati di Indirizzo di ogni facoltà universitaria un rappresentante delle Associazioni imprenditoriali.

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