La Sardegna perde ogni anno a causa degli incendi oltre 2700 ettari di bosco (media 2011–2020), e considerato che per far rinascere tutto l’ecosistema servono circa 15 anni, stiamo rinunciando, a oltre 40mila ettari.

Media che, purtroppo, quest’anno si dovrà aggiornare in negativo già con i roghi di luglio, dopo che negli ultimi tre anni i dati, riguardo i boschi, erano sempre sotto i duemila ettari.

Secondo Coldiretti Sardegna occorre ridare centralità alle imprese agricole e rivedere alcuni parametri rivelatesi inadeguati, che stanno impedendo agli animali di pascolare e pulire i boschi.

Il bosco è determinante per l’ambiente, è un grande polmone verde che consente di emettere massicce quantità di ossigeno e, allo stesso tempo, di assorbire buona parte della CO2 presente nell’aria, con un grosso contributo alla sostenibilità, alla sicurezza e alla bellezza.

Ma è anche decisivo per la sicurezza della popolazione. Non va dimenticato il suo ruolo nella tenuta idrogeologica dei territori considerato che lungo la Penisola, così come in Sardegna, più di 9 comuni su 10 (91,1%) sono a rischio per frane, smottamenti o alluvioni in una situazione in cui – continua la Coldiretti – gli eventi meteo estremi sono sempre più frequenti, dalle grandinate alle bombe d’acqua, e mettono in serio pericolo città e campagne.

Nell’estate 2021, secondo una analisi della Coldiretti sulla base dell’European Severe Weather Database (Eswd), gli eventi estremi sono aumentati  del 140%, con siccità, caldo torrido, trombe d’aria, alluvioni, bombe d’acqua e grandinate.

L’Italia è seconda in Europa per copertura forestale con il 38 per cento della superficie (oltre 11 milioni di ettari), e l’11% di questo patrimonio si trova in Sardegna dove oltre il 50 per cento (oltre 24.000 km2) della superficie è vocata a foresta, con meno di 1.300.000 ettari su un totale di 2.408.989. In tutto il Pianeta la copertura forestale è del 31% (circa 4 miliardi di ettari).

Per Coldiretti Sardegna serve una corretta gestione per preservare i territori e mantenere un patrimonio naturale che rappresenta una strategica risorsa turistica e ambientale.

Se da una parte 6 roghi su 10 sono di origine dolosa, dall’altra – evidenzia Coldiretti Sardegna – per effetto della chiusura delle aziende agricole, la maggioranza dei boschi si trova senza la presenza di un agricoltore che possa gestirli e curarli lasciandoli abbandonati e trasformandoli da risorsa in pericolo.

I boschi sono un patrimonio naturalistico. Per difenderlo occorre creare le condizioni affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli.

A cominciare “dall’innalzamento dei limiti di pascolamento nelle superfici forestali, che oggi sono davvero troppo bassi con sole 3 pecore ad ettaro – spiega il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. Allo stesso tempo dal ministero consentano che le Pratiche locali tradizionali (Plt) abbiamo tara 30 e non 70. Da quando lentare sono aumentate gli animali non hanno più pascolato nelle zone forestali e di conseguenza hanno creato un enorme carico d’incendio sui boschi”.

Un’opportunità viene anche dalla legge di Orientamento che invita le pubbliche amministrazioni a stipulare convenzioni con gli agricoltori per lo svolgimento di attività funzionali alla salvaguardia del paesaggio agrario e forestale.

Ma il mondo delle campagne sono una risorsa importante anche nel post incendio per la messa in sicurezza dei territori e contrastare il dissesto idrogeologico.

Soprattutto in territori ampi come quello del Montiferru e della Planargia, dove sono stati interessati diverse ettari di bosco, le aziende agricole, in un’ottica di economia circolare, possono essere coinvolte per fare dei tagli sul bruciato e sistemare il frascame per contrastare  il  dissesto idrogeologico. Inoltre il bosco si rigenera molto più rapidamente se liberato del bruciato.

“Fondamentale è la tempestività nel darsi un metodo, programmare e intervenire – afferma il presidente di Coldiretti Sardegna – sia per mettere in sicurezza il territorio che le aziende agricole avvolte da un grande movimento solidaristico partito spontaneamente dal basso ma che ora necessitano, su tutto il territorio regionale interessato dai roghi devastatori, di una conta dei danni formale che possa permettere di conoscere l’entità delle perdite e le necessità per ripartire con la conoscenza di conseguenza anche dei denari necessari da programmare”.

Lo strumento individuato da Coldiretti Sardegna è una task force che sul campo dettagli con dei dati le perdite e l’attivazione, dopo averla rimpinguata, della misura del Psr, la 5.2, che sosterrà allevatori e agricoltori nella ricostruzione delle proprie aziende.

“Come abbiamo ribadito durante l’audizione nelle Commissioni regionali IV e V – afferma il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba – il mondo agricolo è una risorsa ed è disponibile a contrastare la piaga degli incendi sia nella prevenzione, con la cura del territorio, ma anche per avere un ruolo fondamentale durante la campagna anticendio essendo delle sentinelle che presidiano il territorio”:

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