È destinato a creare un pandemonio il mancato finanziamento della quarantena da parte dell’Inps. L’istituto di previdenza sociale, lo scorso 6 agosto, ha infatti comunicato alle aziende sarde che per il 2021 non sono state stanziate risorse per le indennità di malattia in caso di quarantena per i dipendenti privati entrati in contatto con un positivo Covid. In sostanza, dunque, la quarantena non è più considerata “malattia” e i relativi costi dovranno essere interamente sostenuti dai datori di lavoro.

Questo fatto, oltre essere un peso per l’intero sistema economico sardo, rischia di essere un gravissimo pregiudizio per la salute pubblica in un momento particolarmente delicato: la mancata indennità potrebbe infatti portare molti lavoratori a non segnalare più contatti con positivi, accrescendo il rischio di un’ulteriore diffusione del virus.

A lanciare l’allarme è la Ugl Sardegna, che si rivolge al presidente della Regione Christian Solinas e al presidente del consiglio regionale Sardegna, Michele Pais.

“Con una circolare “sorprendente” di inizio agosto, l’Inps ha comunicato che di fatto “la quarantena non è più considerata malattia” per tutto il 2021, quindi anche con effetto retroattivo, a causa della mancanza di risorse per coprire le indennità”, scrive il segretario regionale dell’Ugl Simone Testoni, segnalando che questo inconveniente riguarda circa 9.500 lavoratori in Sardegna (98.369 a livello nazionale).

“Lo stesso Istituto, riferisce ancora il segretario UGL, ha chiarito anche che “non saranno corrisposti i trattamenti economici previsti dal decreto Cura Italia ed equiparati a quanto previsto in caso di malattia comune” ai lavoratori in quarantena.

Secondo il sindacato “chi non riceverà per l’intero 2021 la copertura economica per l’assenza dovuta a quarantena e si troverà senza stipendio e senza contributi sono soprattutto quei lavoratori che non possono in alcun modo svolgere attività da remoto come ad esempio operai, magazzinieri, muratori, commessi, cassieri, educatori delle coop sociali. Proprio chi è stato in prima linea durante il lockdown”. Per Ugl Sardegna, però, “il rischio non riguarda solo questi lavoratori, costretti a restare a casa senza retribuzione, pur essendo la loro assenza funzionale al bene comune e salute collettiva”.

A parere dell’Ugl, infatti, “esiste un ulteriore pericolo, che le autorità sanitarie dovrebbero valutare con grande attenzione. Molti lavoratori entrati in contatto con un positivo potrebbero essere disincentivati a segnalare questa loro condizione, dato che comporterebbe un’assenza non retribuita dal lavoro“. Il risultato sarebbe dunque “porre le condizioni per un’ulteriore estensione di Covid tra i colleghi”.

Per questo l’Ugl Sardegna chiama in causa il presidente Solinas. “Data la sua autorevolezza e il ruolo di autorità sanitaria della Regione chiediamo un suo intervento in merito a questa vicenda affinché il Governo intervenga. Chiediamo una soluzione in tempi brevissimi”.

Leggi le altre notizie su www.cagliaripad.it