Una potente tempesta solare, secondo uno studio dei ricercatori dell’Università di Irvine in California, potrebbe minacciare la stabilità di Internet con un blackout diffuso in tutto il mondo che potrebbe durare anche mesi.

L’analisi spiega che il vento solare è un flusso di plasma composto prevalentemente da ioni ed elettroni, che vengono espulsi dall’atmosfera superiore del Sole. Queste particelle nella maggior parte dei casi vengono bloccate dal campo magnetico che circonda la Terra, ma talvolta può capitare che il vento solare sia più forte.

In questo caso le particelle riescono ad attraversare la rete magnetica arrivando, attraverso i poli, alla nostra atmosfera, minacciando i nostri sistemi di navigazione e le nostre reti elettriche e di comunicazione.

Un fenomeno del genere è raro che si verifichi: la possibilità in un decennio è compresa tra l’1,6% e il 12%. L’ultima volta è stata nel 1859, quando una tempesta solare conosciuta come l’evento di Carrington, tra le altre cose, ha messo fuori uso il Telegrafo.

L’idea dello studio, come sostiene l’autrice Sangeetha Abdu Jyothi in un’intervista alla rivista specializzata americana Wired, è nata dopo aver visto quanto l’umanità fosse impreparata alla pandemia di coronavirus. “Non esisteva un protocollo per gestirlo in modo efficace, ed è lo stesso con la resilienza di Internet”, afferma.

E mentre Internet ci è stato di grande aiuto nell’affrontare i molteplici blocchi, non è chiaro chi potrebbe salvarci in questo caso. Secondo i ricercatori, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti, le migliaia di chilometri di cavi ottici sottomarini che collegano i continenti sarebbero le prime a subire le conseguenze di una tempesta solare. Ma anche i satelliti potrebbero essere colpiti. Un danno che costerebbe, soltanto agli Stati Uniti, più di sette miliardi di dollari.

C’è però una speranza: sono i collegamenti locali, che dovrebbero resistere meglio, perché i cavi in ​​fibra ottica non risentono delle correnti geomagnetiche.

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