Negli anni in cui l’Italia stupiva il mondo con il genio di Guglielmo Marconi, che inventando il radiotelegrafo apriva le porte a tutti i moderni strumenti di comunicazione senza fili, un sardo nato a Seui, Augusto Bissiri, inventava il primo televisore al mondo.

Nato a Seui da Giovanni Bissiri e Maria Luigia Caredda, il padre faceva il segretario comunale, il fratello Attilio fu come lui un brillante scienziato inventore. Augusto restò a Seui sino alle scuole secondarie, mentre le Superiori le fece a Cagliari. Finite le Superiori partì a Roma per studiare Giurisprudenza e mentre studiava iniziò ad appassionarsi di fumetti e novelle di fantasia che lui stesso realizzava e che spesso gli furono pubblicate con successo ne La Domenica del Corriere.

Pian piano Bissiri scoprì di avere un’attitudine per la meccanica; a questa disciplina iniziò ad applicarsi con particolari accorgimenti che pian piano prenderanno forma in vere e proprie invenzioni.
Nel 1900 balzò agli onori della cronaca per via di una sua particolare invenzione, un particolare congegno che oltre che dare allarme impediva lo scontro fra treni che transitavano nello stesso binario.

Il brevetto fu subito acquisito dalla società statunitense Westinghouse Electric Company e la scoperta venne messa subito in pratica da Luigi Merello, gestore delle Tranvie del Campidano, su un piccolo trenino a vapore che collegava Cagliari a Quartu.

Dopo due anni Augusto Bissiri decise insieme alla sua famiglia di partire alla volta delle Americhe, stabilendosi per diverso tempo a New York, dove lavorerà presso diverse case discografiche e imprese grafiche. Nel 1906 concepì un’altra straordinaria invenzione che fece balzare il suo nome su tutti i giornali: riuscirà a trasmettere dalla sede del quotidiano New York Herald una fotografia tra due camere distanti collegate solamente da due cavi di rame, trattandosi quindi dell’invenzione del primo fax fotografico della storia dell’uomo.

Nel 1913 si stabilisce definitivamente a Los Angeles, nel 1917 dopo undici anni dal primo tentativo, riuscira a teletrasmettere via cavo alcune fotografie dalla redazione del quotidiano Daily Mail di Londra alla sede del The New York Times.
Questa invenzione lo porterà a collaborare con diverse aziende di apparecchi teletrasmittenti, facendo altre scoperte legate ai tubi catodici e ai cinescopi, tanti dei quali sino a poco tempo fa conservavano ancora la sua firma. Muore a Los Angeles nel 1968.

Altre invenzioni brevettate e attribuibili a Bissiri sono un congegno a pedale per girare le pagine degli spartiti musicali, il portacenere con spegnimento automatico dei mozziconi, l’Alipede, mezzo di trasporto, e la Lettera-disco, il primo apparecchio per registrare la voce.

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