L’ultimo Dpcm ha stabilitp che per recarsi agli uffici postali occorre essere muniti di Green pass. Per questo motivo “noi, come Usb e Usb Pensionati, lo abbiamo giudicato da sempre una misura vessatoria, discriminatoria e non sanitaria”.

“Una misura non solo demagogica ma che supera tutti i limiti del tollerabile – scrive la sigla sindacale in un comunicato -. È demagogica perché non stati forniti i numeri delle persone che si sono infettate negli uffici postali, ma anche arbitraria dato che l’assegno pensionistico altro non è che il corrispettivo della busta paga che si percepiva durante la vita lavorativa e dei contributi versati”.

“Oggi – prosegue l’Usb Pensionati – dopo averci obbligati ad aprire un conto corrente postale o bancario, peraltro sostenendone costi non voluti ed esosi per il mantenimento di tali conti, chi è percettore di pensione, se non in possesso del Green pass (che non è uno strumento sanitario) non riesce a venire in possesso dei propri soldi. Se si volesse veramente ovviare al diffondersi della pandemia si potrebbe: far recapitare a domicilio l’importo della pensione o, altrimenti, il funzionario/a dell’ufficio postale o della banca potrebbe consegnare il corrispettivo della pensione fuori dall’ingresso di questi uffici o sportelli”.

“Quindi, chiediamo di smettere con queste ridicole misure vessatorie e discriminatorie – conclude la sigla sindacale – e tener conto di tutti i pensionati che, per libera scelta o per motivi di salute non sono vaccinati e quindi non posseggono il Green pass o hanno deciso di non volersi servire di un banco posta o qualcosa di simile. Non ci opponiamo alle misure che siano veramente precauzionali alla salute dei cittadini, anzi le auspichiamo. Ci opponiamo, invece alle misure vessatorie e discriminatorie”.

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