A partire dal 2024 le concessioni balneari verranno assegnate tramite gara. È questo uno dei punti salienti di una riforma che si può definire “storica”, approvata nella giornata di ieri all’unanimità in Consiglio dei ministri. D’altronde, era da anni che l’Unione europea chiedeva un intervento decisivo che portasse maggiore competitività, quindi migliori servizi ai cittadini. Ma c’è di più: tra le novità anche la tutela degli investimenti fatti, la massima partecipazione di microimprese, piccole imrese ed enti del terzo settore, maggior equilibrio tra le aree demaniali in concessione e quelle libere o libere attrezzate. In ultimo, accesso al mare gratuito per tutti, con la presenza di varchi.

Una vera e propria svolta, che vede la Sardegna più di altre regioni italiane tra le dirette interessate. Il sistema delle concessioni balneari, che nell’Isola riguarda ben 800 chilometri di coste sarde, si è da sempre espresso attraverso imprese a conduzione familiare. Una sorta di “eredità” tramandata di padre in figlio, che ha portato a un circolo vizioso che si è riversato, in primis, sui consumatori.

Come evidenziato da Legambiente lo scorso novembre, “i canoni che si pagano per le concessioni, ovunque bassi, in alcune località di turismo di lusso come la Costa Smeralda o la Versilia, risultano vergognosi a fronte di guadagni milionari”. Soltanto nel 2020, ad esempio, nel Comune di Arzachena, in Costa Smeralda, 59 concessioni balneari hanno versato allo Stato in tutto un canone annuo pari a 19mila euro. “Una media di circa 322 euro ciascuna l’anno. Praticamente nulla se confrontati ai 400 euro giornalieri richiesti per un ombrellone con 2 lettini all’Hotel Romazzino di Porto Cervo”, ha aggiunto l’associazione ambientalista.

Per questo e altri casi, la Sardegna era stata “bacchettata” dall’Unione europea per regolarizzare il sistema, seguendo la direttiva Bolkenstein, in vigore già dal lontano 2009, che blocca al 31 dicembre 2023 la proroga di tutte le concessioni balneari sarde. L’Isola, però, ha fatto finta di non sentire e quindi è intervenuta anche l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm), che ha richiamato ai propri doveri la Giunta regionale.

Ieri il primo passo, verso una nuova strada, che dovranno necessariamente seguire tutti coloro che sceglieranno di percorrerla.

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