Nella giornata di ieri gli studenti di due scuole cagliaritane, l’Euclide e l’Eleonora d’Arborea, hanno occupato gli istituti per chiedere una vera e propria riforma della scuola. “Con la nostra occupazione rivendichiamo progetti Pcto, ossia l’alternanza scuola-lavoro, che formino gli studenti al mondo del lavoro, e non iniziative inutili per occupare ore, trasporti pubblici più efficienti, che riescano a soddisfare per davvero le necessità degli studenti”, scrivono i giovani in una nota. Ma non solo: “Un’ edilizia sicura per gli studenti, che permetta di sentirsi tranquilli all’interno delle aule e un sistema di valutazioni e didattica che consideri l’individualità di ogni studente e non lo giudichi in maniera punitiva”.

Non si può non fare riferimento ai due anni di pandemia, che hanno costretto milioni di studenti a casa. “Chiediamo spazi di socialità che in questi ultimi anni di pandemia si è persa per via della didattica integrata e delle restrizioni molto spesso esagerate presenti nelle scuole”.

Oggi la protesta potrebbe estendersi ad altre scuole sarde. “Tutto è nato dagli Stati Generali a Roma – spiega all’Ansa Alessandro Frongia, presidente della consulta degli studenti – nella capitale il malcontento era tale che diverse scuole erano già occupate. La Sardegna chiaramente ha gli stessi motivi per lamentarsi: inevitabile che la protesta si allarghi anche all’Isola”.

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