Sulla serata di sabato alla discoteca SKIN club di Cagliari erano puntati molti occhi. Sia per i contenuti trasgressivi delle canzoni del cantante Baby Gang, al secolo Zaccaria Mouhib, ma anche per il fatto che – con la fine dello stato di emergenza – dal 1° aprile le discoteche hanno ripreso una capienza dal 100%. La serata di sabato scorso poteva essere dunque un’occasione per testare le nuove regole varate dal Governo, che molti stanno considerando come una sorta di “liberi tutti”.

Il risultato è che, nonostante sia stato rispettato l’obbligo del super green pass, con la discoteca  gremita e senza alcuna distanza di sicurezza tra i ragazzi (come si vede dalla foto scattata durante la serata) dopo la festa – a quanto pare – sono stati registrati purtroppo numerosi casi di positività.

Quanto ad eventuali problemi di ordine pubblico, che invece non si sono fortunatamente verificati, venerdì, alla vigilia della festa, Luca Pisano, Direttore dell’Osservatorio Cybercrime Sardegna e Master in Criminologia IFOS, aveva consigliato ai genitori, dopo avere accompagnato i figli minorenni in discoteca, “di rimanere all’esterno per vigilare sulla manifestazione di eventuali condotte a rischio”.

“E’ necessario preoccuparsi – scriveva Pisano -. Non per il contenuto delle canzoni di Baby Gang, ma per ciò che il rapper può significare nell’immaginario collettivo di molti giovani, ormai dipendenti da una nuova “droga”: la subcultura digitale. […] che stimola il desiderio impellente […] di agire comportamenti trasgressivi. Anche per questo motivo, soprattutto questo sabato, ragazzini e ragazzine travestiti da star si parcheggeranno nel cortile della discoteca, accompagnati dalle consuete buste di plastica, cariche di vodka, Montenegro e marijuana. Per stordirsi prima di andare a ballare, per coinvolgersi, se ci sarà la possibilità, in risse e pestaggi. Non per odio o vendetta nei confronti di un coetaneo (emozioni autentiche ormai fuori moda), ma per il desiderio di sentirsi parte, almeno per una sera, dell’immaginario collettivo, emulando gli eroi negativi della subcultura digitale”.

Problemi di ordine pubblico – come detto – non ce ne sono stati. Fortunatamente. Resta da capire se, in un momento in cui la Sardegna continua ad essere una delle regioni italiane più colpite (solo oggi si sono registrati oltre 2600 contagi), sia giusto continuare a tenere aperte le discoteca che, in questa situazione, rischiano di tramutarsi in veri e propri focolai.

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