Cagliari squad, 1969/70

È un ricordo sempre più sbiadito. Inevitabilmente cancellato dalle vicende di una squadra che oggi appare senza mordente. Senza bandiere. Senza attaccamento alla maglia. Eppure, come ogni 12 aprile, Cagliari e la Sardegna festeggiano lo scudetto conquistato nel 1970. Cagliari-Bari, stadio Amsicora. Un due a zero firmato da Gigi Riva e Bobo Gori che valse quell’unico scudetto cucito sulla maglietta rossoblù. Frutto di un’alchimia irripetibile fatta da un allenatore geniale, da un leader indiscusso, il bomber Rombo di Tuono, che aveva scelto Cagliari e la Sardegna come un amore per la vita, da giocatori umili e votati al sacrificio. Un mix di grinta, impegno, altruismo, determinazione, umiltà e gioco di squadra. L’unico mix possibile per ottenere dei risultati. Non solo in ambito calcistico.

Era sicuramente un altro mondo. Un altro calcio. Un’altra Sardegna. Lo scudetto del ’70 rappresentò il riscatto di una intera regione che in quel periodo era nota solo per il banditismo e i sequestri di persona. A quel ricordo i cagliaritani, ma un po’ tutti i sardi, continuano testardamente ad aggrapparsi. Cinquantadue anni dopo. Come un mito, un’esperienza ormai irripetibile. Forse anche per dimenticare una realtà a dir poco imbarazzante. Poca grinta. Poco mordente. Poco altruismo. Poca determinazione. Nessun allenatore geniale. Nessuna bandiera. Nessun giocatore realmente attaccato a quella maglia. E purtroppo, non soltanto in ambito calcistico.

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