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“Il ruolo del credito in Sardegna può e deve svolgere una funzione sociale oltre che incidere nella promozione dello sviluppo, delle imprese, del lavoro”. Lo affermano Cgil, Cisl e Uil regionali che prendono posizione nella vertenza unitaria delle categorie mobilitate, insieme all’Anci, contro la chiusura di 20 filiali del Banco di Sardegna.

“Ci opponiamo a chiusure selvagge che non hanno alcuna ragione considerati i risultati di raccolta e bilancio dell’istituto di credito” sottolineano i segretari generali Samuele Piddiu (Cgil), Gavino Carta (Cisl), Francesca Ticca (Uil).

Per queste ragioni i sindacati chiedono un impegno fattivo della Regione, con l’apertura di un tavolo di confronto per discutere, in generale, del ruolo e futuro del credito in Sardegna e in particolare, per scongiurare la decisione del gruppo Bper di sottrarre al territorio importanti punti di riferimento, una scelta che va contro le necessarie politiche contro la desertificazione e lo spopolamento dei nostri centri.

All’Abi e in particolare alla Fondazione di Sardegna, Cgil, Cisl e Uil chiedono di sostenere la posizione espressa dai sindacati e non altre, “anche perché è aderente al dettato costituzionale sulla funzione del credito nel Paese, e perché il ruolo sociale auspicato è manifestamente espresso nei codici etici e nei bilanci sociali degli stessi istituti di credito”.

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