Protestare per un taglio delle accise sul carburante, potrà sembrare paradossale. Ma lo è solo per un Governo all’oscuro delle dinamiche di un mercato dell’autotrasporto che proprio in virtù di questo taglio penalizzerà ulteriormente le imprese, spingendole ulteriormente verso il dissesto finanziario. A dirlo è il segretario generale di Trasportounito, Maurizio Longo, che ha pesantemente criticato la scelta del Governo di tagliare di 30 centesimi a litro le accise sul carburante, attuando “una manovra costosa e controproducente”.

Un tema molto caro alla Sardegna e in particolare agli autotrasportatori, capofila della protesta contro l’aumento dei prezzi del gasolio. Soltanto tre giorni fa, infatti, hanno organizzato un sit-in davanti all’ingresso Dogane del porto di Cagliari per chiedere un tetto minimo al prezzo del gasolio (1,60 euro a litro), una remunerazione minima del trasporto e la calmierazione delle tratte marittime.

Ma per Longo il punto è un altro: “Si tratta di un’operazione complessivamente sbagliata in quanto, oltre a essere costosa, non produce alcun effetto circa il contenimento del costo del carburante poiché il valore è abbondantemente assorbito da logiche di mercato che non vengono adeguatamente presidiate da parte dello Stato. I riflessi per l’autotrasporto sono addirittura negativi perché le imprese di autotrasporto, da una parte, sono soffocate dai prezzi fuori controllo dell’incerta distribuzione del carburante in extra-rete e, dall’altra, dall’impossibilità di utilizzare il beneficio del recupero trimestrale delle accise”.

“Eppure – conclude il segretario generale di Trasportounito – a fronte di una totale ignoranza della realtà del mercato del trasporto su gomma, sarebbe sufficiente per il Governo italiano copiare quanto accade in altri Paesi comunitari fissando regole speciali, non equivoche e applicabili”.

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