Il settore ortofrutticolo sardo, che rappresenta il 25% della produzione lorda vendibile regionale, è allo stremo.

“I produttori di ortofrutta e dei cerealicoltori sono considerati agricoltori di serie B – attacca il presidente di Coldiretti Cagliari Giorgio Demurtase purtroppo i fatti lo dimostrano: la vergognosa storia della siccità del 2017 ancora da chiudere grida vendetta, cosi come i 20 milioni per il caro materie prime di febbraio, mai andato oltre le parole”.

La crisi pesa particolarmente su questa tipologia di aziende. I due anni di pandemia, la guerra in Ucraina, la crisi energetica, il rincaro delle materie prime, le conseguenze dei cambiamenti climatici, si sommano alle distorsioni del mercato e alle pesanti speculazioni che ricadono sui produttori.

“Come se non bastasse – denunciano i vertici di Coldiretti – la Regione si è trasformata in matrigna seducendo prima con promesse e poi abbandonando a causa di una burocrazia ormai insostenibile gli agricoltori”.

I produttori agricoli stanno ancora aspettando i risarcimenti per la siccità del 2017, dopo quattro anni e mezzo. Ora c’è il rischio di perdere l’intervento comunitario facendo scadere i termini, per meri motivi burocratici e di mala amministrazione: secondo il comma 4 dell’articolo 25 del Regolamento U.E. 702/2004: “i regimi di aiuto sono introdotti entro tre anni dalla data del verificarsi dell’avversità atmosferica assimilabile a una calamità naturale. Gli aiuti sono versati entro quattro anni a decorrere da tale data”.

Sarebbe una vera e propria beffa, dopo i danni enormi subiti dagli agricoltori negli ultimi anni. Come se non bastasse manca anche la comunicazione dopo l’ultimo report della unità di progetto task force istituita dalla Regione (30 aprile 2021). “Siamo all’oscuro di tutto – evidenzia il direttore di Coldiretti Cagliari Luca Saba -. È da più di un anno che chiediamo un report dettagliato delle pratiche liquidate, istruite, ancora da istruire e non liquidate e che strada percorreranno”.

Il percorso di queste pratiche si è trasformato da subito in una via crucis. Molte domande furono ritenute inammissibili e recuperate nel luglio del 2020 con la procedura del de minimis grazie ad una proposta di Coldiretti Sardegna, ma sono tuttora inevase. Non è andata meglio per quelle ammissibili, liquidate a singhiozzo e lentamente fino alla scadenza dei termini comunitari. La soluzione trovata dalla Regione è stata quella di liquidare tutte le domande ancora non chiuse con il de minimis, ma ad oggi il percorso è ancora aperto.

Ad oggi il settore ortofrutticolo e cerealicolo – sottolinea Coldiretti – non ha ricevuto alcun intervento per il caro prezzi, come invece è avvenuto a febbraio per quello zootecnico. Al momento solo la promessa di un intervento di 20 milioni.