In Gallura si dimettono sempre più giovani lavoratori, non per disinteresse, ma per sottrarsi a condizioni occupazionali giudicate insostenibili. A lanciare l’allarme è la Cisl, che nel solo mese di maggio ha raccolto centinaia di segnalazioni relative a dimissioni volontarie in settori chiave come turismo, ristorazione, logistica, agricoltura, artigianato e servizi.
“Non si tratta di un’onda passeggera, ma di un segnale forte che arriva in modo diffuso, capillare e costante” sottolinea il segretario generale della Cisl gallurese, Bruno Brandano. “E non è dettato dalla mancanza di voglia di lavorare, come qualcuno vorrebbe far credere: oggi i giovani sono informati, più consapevoli, e non accettano più condizioni di lavoro che non rispettano la loro dignità. Spesso si dimettono proprio perché trovano un’alternativa più seria, più regolare, più umana”.
Tra le principali criticità emerse, che starebbero portando alle dimissioni volontarie, ci sono ore di lavoro superiori a quanto previsto dal CCNL, modalità di retribuzione non trasparenti, assenza di tutele reali, in particolare nei contratti stagionali, mancanza di prospettive e di valorizzazione personale.
Secondo la Cisl della Gallura, il fenomeno è la spia di un disagio profondo. “Il lavoro c’è, ma manca spesso la qualità del lavoro. Molti scelgono di dimettersi non per disinteresse, ma per evitare di restare intrappolati in circuiti irregolari, dove il rispetto del contratto è opzionale e la crescita professionale è inesistente. Il messaggio che ci arriva dai giovani è chiaro, vogliono lavorare, ma con dignità. Rifiutano turni massacranti, buste paga opache, orari infiniti e fanno bene”.
Il sindacalista conclude: “Il territorio ha bisogno di qualità, non di scorciatoie. La nostra porta è aperta, siamo pronti ad avviare un confronto serio per istituire un tavolo territoriale permanente sulla qualità del lavoro, che coinvolga imprese, istituzioni e parti sociali, e che rimetta al centro la persona, il contratto e la dignità”.
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