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Treno in panne blocca linea nel nord Sardegna, Filt Cgil: “Fermi a 50 anni fa”

Il guasto ha paralizzato i collegamenti verso Sassari, Porto Torres e Olbia. Il sindacato attacca: “Infrastrutture ferme a 50 anni fa, investimenti inutili nel Sulcis”

Un nuovo guasto a un convoglio delle Ferrovie dello Stato ha provocato pesanti disagi nel nord Sardegna nel primo pomeriggio di ieri. A denunciare l’episodio è Arnaldo Boeddu, segretario regionale della Filt Cgil, che sottolinea come l’interruzione abbia avuto ripercussioni su tutta la circolazione ferroviaria da San Gavino in direzione Sassari, Porto Torres e Olbia.

Secondo quanto riferito dal sindacato, si è reso necessario l’intervento di un secondo treno per agganciare e rimuovere quello in panne, rimasto bloccato nel tratto a binario unico. L’operazione ha richiesto lo spostamento del convoglio guasto su un binario morto presso Scala di Giocca, causando ritardi significativi per i treni in arrivo e in partenza dalla stazione di Sassari.

“Questo è l’ennesimo episodio che deve far riflettere tutti – dice Boeddu – I soldi che si stanno spendendo nel Sulcis con una completa interruzione del servizio ferroviario per oltre un anno e mezzo (il termine dei lavori è previsto per il mese di dicembre del 2026) non migliorerà neppure di un minuto la percorrenza ed il raddoppio dei binari interesserà solo pochi chilometri di strada ferrata”.

“Praticamente ci sarà solo un punto di scambio e niente più.
Ma, nel nord dell’isola – aggiunge il leader sindacale – la situazione è ben più grave. Passaggi a livello che quando rimangono aperti costringono il macchinista a fermare il treno sino a quando non interviene la squadra di soccorso degli operai della rete ferroviaria italiana. Tutto questo avviene in aperta campagna dove è impossibile scendere dal treno con temperature proibitive d’estate così come d’inverno. A questo si aggiungono i ritardi a catena per i treni che rimangono fermi nelle varie stazioni in attesa che il binario unico occupato dal treno guasto vengano liberati”.

Boeddu non risparmia infine una dura critica alla politica regionale e nazionale, accusata di immobilismo e mancato dialogo con i rappresentanti dei lavoratori: “I tempi di percorrenza dei treni in Sardegna sono fermi a cinquant’anni fa. Una vergogna che continua di anno in anno per ottusità politica che mai si vuole confrontare con le organizzazioni sindacali ma che continua nei proclami”.

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