Prima pagina Omicidio Buddusò, i misteri sul passato di Marco Pusceddu si infittiscono

Omicidio Buddusò, i misteri sul passato di Marco Pusceddu si infittiscono

In particolare, si indaga anche sull'incidente che lo portò in ospedale qualche mese fa: l'uomo affermò di essersi ferito in casa, ma più di qualcosa non torna

Si continua ad indagare sulla vicenda che ha visto la morte di Marco Pusceddu, soccorritore del 118 ucciso a colpi di pistola a Buddusò giovedì notte.

I Carabinieri sono alla ricerca di immagini da parte degli impianti di videosorveglianza che abbiano inquadrato il colpevole. Secondo quanto ricostruito infatti, l’uomo si sarebbe presentato in via Pietro Nenni intorno alle 23, chiamando a gran voce la vittima.

Gli avrebbe poi sparato a viso scoperto ma con un cappuccio in testa. A quel punto si sarebbe allontanato senza lasciare alcuna traccia. Un elemento che ha fatto supporre anche la presenza di un eventuale complice in auto.

Inoltre, continua ad essere analizzato l’episodio avvenuto qualche mese fa in cui Pusceddu era stato portato in ospedale con una profonda ferita alla testa. In questi giorni si era parlato di un’aggressione subita, ma in base a quanto rivelato, ai medici e agli inquirenti lo stesso Pusceddu aveva riferito che si era trattato di un incidente domestico. Per questo motivo, non era stata nemmeno sporta denuncia. L’impressione però è che ci siano più particolari che tra loro non quadrano, anche perché in prima battuta era stata la stessa vittima ad affermare di non ricordarsi nulla.

C’è poi una brutta vicenda con l’ex compagna, terminata in tribunale con accuse di stalking. Insomma, si continua a lavorare su un passato che si fa sempre più complesso.

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