“Centinaia di persone lasciate morire annegate, senza soccorso, nel Mediterraneo. Ancora una volta. Perché il governo Draghi, in perfetta continuità con quelli che lo hanno preceduto affronta l’incessante migrazione dall’Africa verso l’Italia e l’Europa come un problema di sicurezza nazionale, quindi come un pericolo da azzerare, nemici da respingere”, in una nota denunciano il Cagliari social forum, l’Usb Federazione del Sociale e i Cobas Scuola.

“Si spiega così la rinnovata connivenza con il regime criminale libico, sancita dagli accordi stretti dal nuovo governo fantoccio libico con il Presidente del Consiglio Draghi, che proprio la Libia ha scelto come scenario della sua prima uscita internazionale. Il risultato è che mentre le stragi nel Mediterraneo si succedono senza tregua, le nazioni coinvolte non si scomodano nemmeno più a rispondere ai disperati SOS lanciati dai migranti in pericolo. Non solo, è prassi consolidata quella di criminalizzare chi presta soccorso e bloccare a terra le navi delle ONG con motivazioni amministrative assurde e pretenziose – prosegue la nota – le responsabilità politiche e materiali sono tutte dell’Unione Europea e dell’Italia, e degli USA che, prima hanno scatenato una guerra per accaparrarsi le ricchezze della Libia e poi hanno lasciato un Paese alla deriva in mano a banditi e trafficanti. Dovremmo, poi, aggiungerci gli accordi stipulati col sultano Erdogan per il contenimento dell’emigrazione sulla rotta balcanica”.

Le ultime ricerche degli istituti internazionali confermano che le mutazioni climatiche saranno la causa principale di migrazioni continue di milioni di persone, soprattutto dall’Africa. Di fronte a questo scenario, l’Italia e l’Unione Europea che si ergono a difensori dei diritti umani quando si parla paesi fuori dall’influenza occidentale, nascondono le proprie responsabilità quando le tragedie del mare accadono per colpa delle loro precise scelte politiche. La politica stragista che impedisce i soccorsi in mare e fa morire i naufraghi riguarda anche la rotta Algeria-Sardegna, dove decine di giovani algerine/i probabilmente non sarebbero morte/i se le guardie Costiere di Cagliari e Sant’Antioco si fossero adoperate per il salvataggio

Identico comportamento il nostro governo tiene nei confronti dei lavoratori migranti presenti in Italia, centinaia di migliaia di lavoratori sfruttati in ogni parte del paese e resi irregolari con i decreti di quel Salvini, rinviato a giudizio proprio per i reati legati alle tragedie nel Mediterraneo e che oggi siede con i suoi proconsoli nel Consiglio dei Ministri.

“I due decreti chiamati “Bellanova” e “Lamorgese”, si sono rivelati decreti truffa: a un anno dalla loro approvazione più di 200.00 lavoratori (esattamente 207.542), dopo aver versato al posto dei datori di lavoro oltre 600 euro a testa (per un totale di quasi 125 milioni finiti nelle casse dello Stato), si ritrovano ancora nella stessa condizione ante-decreti poiché una circolare del Ministero dell’Interno stesso ostacola  la presentazione delle domande, impedendo nuovamente a centinaia di migliaia di lavoratori di riemerge dalla illegalità, dallo sfruttamento e dal lavoro nero, il tutto sullo sfondo dell’ipocrita narrazione del Tavolo sul Caporalato, che esalta successi e risultati difficili da riscontrare – incalzano le organizzazioni sociali – per questi motivi manifesteremo il 29 aprile, per commemorare le migliaia di migranti vittime della spietatezza dei governi occidentali, per chiedere la fine del regime dei decreti anti-migranti, per esigere lo sblocco delle regolarizzazioni e il varo di un nuovo piano nazionale per l’accoglienza e l’integrazione”.

“Ci rivolgiamo con forza a tutti coloro che ancora ritengono la vita umana inviolabile e da salvaguardare sempre, senza mai sacrificarla agli interessi politici ed economici di squallidi politicanti e imperialisti senza scrupoli – l’appuntamenti è per giovedì 29 aprile a partire dalle ore 10 davanti alla Prefettura di Cagliari in piazza Palazzo”, concludono il Cagliari social forum, l’Usb Federazione del Sociale e i Cobas Scuola