Chi ha detto che i rappresentanti delle istituzioni dovrebbero essere un esempio per i cittadini? Soprattutto sui social network? Evidentemente, sono solo teorie, a leggere il gustoso episodio raccontato dalla Nuova Sardegna che ha visto come protagonisti due alte cariche sarde: il presidente del consiglio regionale, Michele Pais, e quello del consiglio comunale di Sassari, Maurilio Murru. Due personaggi pubblici che a quanto pare non sono nuovi agli screzi su Facebook. Pare che qualche tempo fa Murru avesse già suscitato il disappunto del presidente del Consiglio regionale  in un post in cui aveva sentenziato che “Sassari non sarà mai città turistica”, post che aveva suscitato parecchie reazioni anche istituzionali nella nomenklatura sassarese.

A quanto pare la goccia che ha fatto traboccare il vaso è arrivata con la recente vittoria della Torres contro l’Arzachena allo stadio Vanni Sanna, in occasione di un goal degli ospiti quando la partita sembrava già chiusa per i padroni di casa.

“Il grande pubblico spinge i rossoblù verso il successo che sembra ormai in cassaforte – scrive Murru su FB – Appare al 30′ del secondo tempo, chiaramente in gita turistica il presidente Michele Pais e “mancu entraddu piglienmmu un gol”. “A fora li pindacci”».

All’accusa di essere un “pindaccio” e di aver cagionato con la sua sola presenza il gol ospite, Pais ha replicato accusando Murru di essere un bullo.

“Con queste parole non ha offeso me, ha offeso il suo ruolo, la sua intelligenza, qualificandosi, anzi, squalificandosi – ha replicato Michele Pais -. Certo, aveva già dato prova di questo “suo talento naturale” offendendo Sassari che secondo lei “non sarebbe città turistica”. Anche in quel caso, le sue parole suonavano come volgari e offesive di una intera comunità”.

“Se questo post l’avesse scritto un bambino delle elementari o un ragazzo delle medie sarebbe stato oggetto di quelle lezioni sul bullismo che tanto stiamo cercando di estirpare… – ha aggiunto Pais – ma come si può con questi esempi? Non le chiedo le scuse, è come se me le avesse già fatte e accettate. Spero, con queste mie parole, garbate, educate e rispettose, di averla portata a maggiore riflessione per il futuro, portandola a ponderare espressioni pubbliche, soprattutto quando sono rivolte a persone. E soprattutto abbia rispetto del suo ruolo e dei cittadini che rappresenta”.

Murru ha a sua volta replicato. E cosi via, scatenando commenti, litigi e tifo da ultras nelle schiere dei followers di entrambi. Insomma, “un classico tafferuglio da facebook, di quelli che purtroppo sono diventati per tutti pane quotidiano – si legge sulla Nuova -. Con una particolarità, a incrociare i post non sono due utenti qualunque, ma due presidenti”.

“Premetto che leggo tutti i commenti con grande interesse e che ogni occasione è buona per riflettere e ponderare. Aggiungo che magari ho anche già avuto modo di chiarire l’intento tutt’altro che offensivo del post con il diretto interessato, un post che se non fosse stato prettamente goliardico non avrei mai condiviso. Resto comunque sorpreso dall’indignazione generale per una frase che non contiene offese, e dall’indifferenza generale per i commenti maleducati, allusivi, pesantissimi che si susseguono sotto i miei post da mesi, anni – ha infine commentato sotto il post Maurilio Murru -. E’ vero quindi che ogni figura istituzionale ha un carico di responsabilità maggiore e deve dare il buon esempio, ma è vero anche che rispetto chiama rispetto e lo dobbiamo a tutti indistintamente, anche ai politici. Quindi accetto le lezioni di buona educazione, ma avrei apprezzato la stessa indignazione generale tutte le volte in cui i cittadini si sono espressi in modi irripetibili sotto ai miei post, nei miei confronti o in quelli dei loro stessi concittadini. Ma comunque, lo ripeto, ogni occasione è buona per riflettere”.

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