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Omicidio di Cinzia Pinna, dai vini di pregio al delitto: chi è Emanuele Ragnedda

Il 41enne di Arzachena è noto per la produzione di vini di lusso, considerati tra i più costosi d'Italia

È arrivata la svolta nel caso della scomparsa di Cinzia Pinna, la 33enne di Castelsardo di cui non si avevano più notizie da giorni. A confessare l’omicidio è stato Emanuele Ragnedda, imprenditore 41enne del settore vinicolo, bloccato dai Carabinieri in collaborazione con la Guardia costiera mentre tentava di fuggire a bordo di una piccola imbarcazione di tre metri.

Davanti agli inquirenti e al procuratore di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, l’uomo ha ammesso le proprie responsabilità e indicato il luogo in cui aveva nascosto il cadavere. Poco dopo, il corpo di Cinzia è stato rinvenuto in un terreno adiacente alla sua abitazione di Arzachena. Insieme a lui risulta indagato per occultamento di cadavere anche un 26enne milanese. Questa mattina, i carabinieri del Ris di Cagliari hanno effettuato i primi accertamenti tecnici irripetibili nel casolare di Palau, di proprietà dell’imprenditore, dove secondo l’accusa si sarebbe consumato il delitto.

Figlio di Mario Ragnedda e nipote di Francesco, noti produttori vitivinicoli e fondatori della storica cantina Capichera, ceduta di recente, Emanuele aveva seguito le orme di famiglia fondando l’azienda ConcaEntosa nelle campagne tra Arzachena e Palau. La sua notorietà era cresciuta soprattutto con il lancio del Vermentino Disco Volante Igt 2021, definito “il bianco più caro d’Italia”, venduto fino a 1.800 euro a bottiglia.

Ora il suo nome è legato a una vicenda drammatica che ha sconvolto la Sardegna e che apre scenari inquietanti sulle ultime ore di vita di Cinzia Pinna. Le indagini proseguono per chiarire dinamica e movente.

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