Alessandro Scano lascia la carica di sindaco di Decimoputzu dopo che il 14 giugno aveva consegnato la fascia tricolore in prefettura per protestare contro gli sfratti.

L’ex Sindaco il 22 giugno si era trovato impegnato per provare ad impedire uno sgombero nelle campagne del paese e intervistato da Cagliaripad aveva confermato la sua decisione di dimettersi.

Intanto Scano ha pubblicato un lungo post dove racconta il suo punto di vista:

“Unitamente al mio Gruppo Impegno e Ottimismo, voglio rivolgervi i miei più sinceri ringraziamenti. E’ con grande rammarico che comunico la conferma delle mie dimissioni dalla carica di Sindaco del Comune di Decimoputzu. Una decisione tanto sofferta, quanto meditata, ma ritengo che le persone vengano prima delle poltrone. Non sono mai stato abituato nella mia vita e nella professione a fermarmi davanti agli ostacoli che pure ho trovato lungo il mio percorso, ma in questo momento mi trovo di fronte a situazioni per le quali è stato necessario prendere una decisione drastica. Sono stati cinque anni di intenso lavoro, durante i quali non mi è mancato il sostegno e la vicinanza dei cittadini; ritengo che l’incarico di primo cittadino non sia un titolo di cui vantarsi, ma un’intensa attività a totale servizio di tutti i cittadini, che ho portato avanti umilmente e con passione a favore del bene comune del paese, che amo e in cui sono cresciuto”.

“Credo e crediamo tutti noi, consiglieri del Gruppo di maggioranza, di averlo dimostrato durante questo periodo di attività, animati da passione, determinazione, entusiasmo e dedizione all’incarico ricevuto. Abbiamo puntato sulla comunicazione e sulla presenza costante, facendo sentire ai cittadini che chi amministra non può essere assente, ma dev’essere amico, sempre pronto all’ascolto. Soprattutto in quest’ultimo anno e mezzo di pandemia, un periodo molto difficile sia dal punto di vista dell’emergenza sanitaria sia dal punto di vista economico-finanziario, mi rimane l’amarezza di non esser riuscito a dare risposte adeguate alle numerose famiglie di agricoltori di Decimoputzu, che si trovano da un momento all’altro senza la propria azienda (frutto del lavoro di tanti anni), a fronte dell’immobilismo delle Istituzioni, nonostante mi sia speso in prima persona in tutti i modi e in tutte le sedi per intervenire al loro sostegno”.

“Non è un compito semplice rappresentare un paese con tante difficoltà economiche, legate soprattutto alla crisi del mondo agro-pastorale che dura da molti anni, anche per situazioni pregresse di indebitamento, inerenti la fase di avviamento dell’attività stessa, per le quali gli agricoltori si sono ritrovati a dover pagare tassi di interesse più alti rispetto a quelli preventivati. Nonostante le norme contenute nei decreti Covid avessero previsto la sospensione delle aste e delle attività correlate durante l’attuale periodo di pandemia, si sta procedendo al pignoramento dei beni delle imprese agricole comprese le abitazioni, con conseguente sfratto esecutivo”.

“La maggior parte delle aziende agricole presenti nel territorio comunale sono a conduzione familiare e spesso il titolare risiede nel fabbricato dell’azienda, che nonostante non sia catastalmente classificato come abitazione principale, nella realtà dei fatti risulta esserlo a tutti gli effetti e quindi sottoposto allo sfratto. Dopo diversi incontri, presso le sedi istituzionali, finalizzati a sollecitare la sospensione temporanea degli sfratti esecutivi fino alla fine dell’emergenza pandemica e, a livello comunale, dopo aver deliberato, sia in sede di Giunta che di Consiglio, la richiesta di rinvio dei medesimi, sono arrivato a dichiarare le mie dimissioni nel caso non fossero state accolte tali richieste dalle Istituzioni coinvolte. Non avendo altri mezzi di sensibilizzazione affinché i soggetti preposti potessero adottare i necessari e dovuti provvedimenti in aiuto alle suddette aziende in crisi, il sottoscritto con grande rammarico, pur mancando pochi mesi alla scadenza del mandato durante i quali molto poteva essere ancora fatto, non ha avuto altra scelta se non quella di rassegnare le dimissioni da Sindaco. Ebbene, date le suddette condizioni, guidare una comunità straordinaria come quella di Decimoputzu in un’epoca complessa come questa non è cosa semplice. Occorre dedizione totale, la possibilità di fare scelte coraggiose, la serenità di conservare pulita la propria coscienza”.

“Fino ad oggi ho potuto farlo e fino all’ultimo giorno del mio mandato popolare dovrà essere così. Pertanto scelgo di fare un passo doloroso ma necessario: non revocare le dimissioni. Questi cinque anni da sindaco di Decimoputzu sono stati comunque bellissimi e non mi sono mai pentito della mia scelta. Mi auguro fortemente, nell’interesse del mio amato Decimoputzu e dei Putzesi, che il mio gesto serva affinché per le nostre aziende vengano bloccate le aste avvenute durante la pandemia e che contestualmente vengano sospesi i pignoramenti e gli sfratti esecutivi almeno sino al termine dell’emergenza epidemiologica. Il mio è un invito al senso di responsabilità delle Istituzioni, specie in un momento storico particolarmente difficile per la nostra comunità e per il mondo intero. Le persone perbene mettono sempre il bene della collettività dinanzi al proprio orgoglio”.

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