Nonostante il referendum e la contrarietà palesata in innumerevoli occasioni dalle nostre istituzioni, la Sardegna continua ad essere tra le aree potenzialmente idonee alla localizzazione del Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. È quanto è emerso oggi nella sessione plenaria di apertura del Seminario Nazionale alla quale è intervenuta Vannia Gava, Sottosegretario di Stato al Ministero della Transizione Ecologica.

Nel corso del Seminario, che si concluderà il 15 dicembre, verranno approfonditi diversi temi, legati al deposito, con particolare riferimento alla rispondenza delle aree individuate nella CNAPI, ai requisiti internazionali stabiliti dalla IAEA (International Atomic Energy Agency) e a quelli nazionali individuati dall’ISIN (Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione).  Saranno illustrati, inoltre, gli aspetti relativi alla sicurezza dei lavoratori, della popolazione e dell’ambiente, e i benefici economici e di sviluppo territoriale collegati alla realizzazione dell’opera e alle misure compensative previste.

Il Seminario nazionale si articolerà in nove incontri, trasmessi in diretta streaming sul sito seminariodepositonazionale.it. Oltre alle sedute plenarie di apertura e chiusura – si legge in una nota della Sogin – sono programmate sette sessioni di lavoro, una nazionale e sei territoriali, che interesseranno le aree potenzialmente idonee presenti nelle regioni coinvolte: Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia e Basilicata, Sicilia, Sardegna.

Dunque, anche la Sardegna risulta ancora tra le regioni interessate.

Il Seminario Nazionale si concluderà il 15 dicembre con la pubblicazione del resoconto complessivo dei lavori che termineranno il 24 novembre. Con la  pubblicazione degli atti si aprirà la seconda fase della consultazione pubblica, della durata di trenta giorni, durante la quale potranno essere inviate eventuali ulteriori osservazioni e proposte tecniche finalizzate alla predisposizione e alla pubblicazione della Carta Nazionale Aree Idonee (CNAI). Al termine di questa fase le Regioni e gli Enti locali potranno esprimere le proprie manifestazioni d’interesse, non vincolanti, ad approfondire ulteriormente l’argomento.

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