Fino a due settimane fa la Juventus era data per morta. Abbandonata da Ronaldo, i senatori ormai vecchi, un centrocampo raffazzonato. Eppure.

In Champions League affrontava i campioni in carica del Chelsea, che un estate si sono rafforzati strappando Lukaku all’Inter. Con Morata e Dybala fuori dai giochi. Allegri ha impostato un gioco all’italiana, che non è catenaccio. Davanti ma messo comunque tre velocisti: Bernardeschi nel ruolo di falso nove con Cuadrado e Chiesa sugli esterni, Bentancur, Locatelli e Rabiot in mediana. E ha vinto.

Un passo alla volta, Allegri sta rimettendo in carreggiata i bianconeri riportando la compattezza del gruppo al centro del progetto. Compattezza che insieme al cinismo ha permesso alla Juve di conquistare tre punti pesantissimi con il Chelsea in vista del passaggio del turno.

Una vittoria di squadra, conquistata grazie alla capacità di sapersi adattare e prendere le misure all’avversario, e soprattutto di fare necessità virtù. Merito di Allegri, che a gara in corso ha ridisegnato tatticamente la squadra facendo saltare il banco grazie a una ritrovata solidità difensiva, alla capacità di soffrire in mediana e soprattutto al contropiede, o alle così dette ripartenze. Quelle che sarà indispensabile mettere in atto anche a Cagliari, e che finora non si sono viste.

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