“Bisogna reagire immediatamente e in tutte le sedi necessarie”, dicono gli esperti legali in Intellectual Property per arginare un fenomeno, quello dell’italian sounding (“sembrare italiano”, ndr) che secondo Coldiretti ha superato ormai i 100 miliardi di euro di perdite all’anno con la sola top ten dei prodotti italiani maggiormente “taroccati”, tra cui anche il Pecorino Romano IGP.

“L’italian sounding – spiega l’avvocata Rita Santaniello di Rodl & partner –  è quella pratica ingannevole che utilizza parole, immagini, combinazioni cromatiche, come il nostro tricolore, riferimenti geografici o marchi evocativi dell’Italia per promuovere e commercializzare prodotti che in realtà non sono made in Italy”. Nella recente classifica dell’italian sounding o più semplicemente “falso made in Italy” nell’agroalimentare redatta Coldirettioltre Pecorino Romano, che si posiziona al 4° posto, figurano come la mozzarella sia il prodotto più taroccato, seguita Parmigiano Reggiano e Grana Padano al secondo posto, Provolone (3°), il salame (5°), mortadella (6°), sughi (7°), Prosecco (8°), Chianti (9°) ed infine il pesto (10°) .

“Soluzioni e strumenti efficaci per proteggere e tutelare i nostri marchi e prodotti ci sono – continua l’esperta legale – ma bisogna essere pronti e organizzati per metterli in pratica velocemente, organizzandosi anche in consorzi e associazioni che possano fare sentire il proprio peso con le Istituzioni e a livello comunitario”.

In concreto per contrastare un prodotto del falso made in Italy, quello che si può fare è adire l’autorità giudiziaria per ottenere l’inibitoria alla prosecuzione degli atti, anche in via d’urgenza, oltre che il risarcimento del danno. Se ne ricorrono i presupposti, poi, si può agire anche in sede penale. In caso di comunicazione ingannevole sulla provenienza di un prodotto, si può procedere anche in via amministrativa davanti l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) o l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari.

“In più – conclude l’avvocato di Rodl & Partner – oltre alle pratiche di contrasto esistono anche delle misure preventive da applicare all’ingresso delle merci nel territorio dell’Unione Europea. Nello specifico si tratta del progetto di lotta alla contraffazione denominato F.A.L.S.T.A.F.F. (Fully Automated Logical SysTem Against Forgery Fraud), un sistema automatizzato, informatico e telematico per prevenire le frodi nel commercio e la contraffazione”.

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