In ebraico la parola chanukkah significa «inaugurazione» o «dedica»: infatti la festa commemora la consacrazione di un nuovo altare nel Tempio di Gerusalemme a seguito della conquistata libertà dagli Elleni, il cui regno in Eretz Israel nel II secolo a.C. aveva tentato di distogliere gli ebrei dalla Torah e in particolare da alcuni precetti come lo Shabbat (riposo sabbatico) ed il Brit Milah (circoncisione). Gli assiro-ellenici ritenevano di poter cancellare la specificità giudaica proibendo la pratica della Legge, ma solo una minoranza di ebrei venne religiosamente “corrotta”: secondo Zaccaria Zc 4.6[2] una rivolta armata guidata da un anziano sacerdote dell’antica famiglia degli Asmonei, Mattatia, permise «la vittoria dello spirito sulla forza brutale, che minacciava Israele nella sua vita religiosa e spirituale».

La festività dura 8 giorni e la prima sera, chiamata Erev Chanukkah, inizia al tramonto del 24 del mese di kislev (dicembre). Secondo il procedere del calendario ebraico, quindi, il primo giorno della festa cade il 25 di kislev.

È l’unica festività religiosa ebraica che si svolge a cavallo di due mesi: inizia a kislev e finisce in tevet. In particolare, se kislev dura 29 giorni, finisce il 3 tevet, mentre, quando kislev ha 30 giorni, finisce il 2 tevet. È, assieme a Purim, la seconda delle feste stabilite per decreto rabbinico, ovvero delle feste “stabilite” dopo il dono della Torah.

Dopo oltre mezzo millennio dalla diaspora sefardita il nucleo della comunità ebraica rivive e prospera a Cagliari.

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