“La richiesta dell’Ance Sardegna (Associazione nazionale costruttori edili) rivolta alle amministrazioni comunali di modificare i progetti in essere e di adeguare i costi in base all’articolo 106 del Codice degli appalti per sopravvenuta ed eccessiva onerosità in riferimento all’aumento dei prezzi delle materie prime, è improvvida, sbagliata nei termini e fuori luogo. Il momento è delicato anche per i Comuni, ovvero per le stazioni appaltanti, e noi non abbiamo alcuna intenzione di sottostare al ricatto di quelle imprese che provano a divincolarsi dagli impegni contrattuali assunti in base alle loro offerte economiche perché nel frattempo sono cambiate le condizioni del mercato”. A dirlo è il sindaco di Sant’Antioco, Ignazio Locci.

Il primo cittadino antiochese spiega che tale modifica non può essere fatta né dai Comuni né dalla Regione: “Ogni situazione contrattuale ha una storia a sé e la procedura di revisione prevista dal Codice è molto precisa: è nelle mani dei RUP (Responsabile unico del procedimento) che agisce in base all’interesse pubblico, considerato preminente. E in ogni caso occorre fare distinzione tra i contratti sottoscritti prima del 27 gennaio (in considerazione del Decreto legge N. 4 del 27 gennaio 2022) e quelli firmati successivamente a quella data”.

“Il rischio vero – prosegue il sindaco Locci -, alla luce di certe posizioni di categoria, è che si fermi l’edilizia pubblica, che i Comuni rinunciano a fare le opere se queste non convengono più. Ci sono contratti in essere, forniture, lavori in corso, appalti affidati e cantieri avviati, che sarebbe bene rispettare evitando di cedere alla tentazione del ricatto. Gli enti pubblici non sono mucche da mungere all’occorrenza: alle regole, ai contratti, devono sottostare tutti e non si può pretestuosamente bloccare l’edilizia, rischiando anche contenziosi giudiziari con i Comuni, considerati, a torto, soggetti in grado di intervenire sui contratti (che significa peraltro farlo con i soldi dei contribuenti) con la leggerezza che si aspetterebbero certe imprese”.

Il sindaco di Sant’Antioco si appella così alla Regione “affinché presti molta attenzione evitando di intervenire in questo momento, col mercato fluttuante, attraverso operazioni (revisione del prezziario) capaci di modificare le clausole contrattuali: ci si potrebbe trovare dinanzi alla violazione di elementari norme sulla concorrenza. Occorre aspettare invocando, semmai, il rispetto delle regole e delle norme da parte di tutti. E ad ogni buon conto, qualora la Regione Sardegna decidesse di intervenire in questa materia, allora sarebbe doveroso prevedere anche l’istituzione di un fondo di compensazione destinato ai Comuni, al fine di soddisfare tutti gli interessi in campo. Non solo quelli delle imprese, appunto”.

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