Meno male che qualche mese fa è arrivato anche il riconoscimento nella Costituzione. Ora lo dice solennemente anche la Carta: la Sardegna è un’isola dell’Italia. Eppure, evidentemente qualcuno sistematicamente se lo dimentica. Nei giorni scorsi ha fatto indignare i soliti sardi permalosi (per dirla con il comico milanese Pucci) la cartina riportata dalla pagina satirica Commenti Memorabili 2.0. in cui la Sardegna è stata completamente cancellata con il bianchetto. Ma la dimenticanza (la cartina era stata comunque attinta da un sito esterno), che gli autori si sono subito affrettati a correggere con tanto di scuse, è solo l’ultima di una lunga serie di cancellazioni dell’isola dalla geografia italiana. Alcune sono state sicuramente delle sviste innocenti, come quest’ultima, altre invece sono state molto più insidiose.

La più clamorosa era stata, nel lontano 2015, la cancellazione della Sardegna dalla cartina riportata nella rivista ufficiale distribuita nei voli dall’ex Alitalia da e per Tokyio. L’episodio, all’epoca, fece parecchio scalpore anche perché l’allora deputato Mauro Pili, che prese quel volo, postò su FB le foto della rivista giapponese incriminata.

Anche in quel caso ci furono le pronte scuse di Alitalia: “Alitalia si scusa dell’errore di stampa verificatosi sulla rivista di bordo in lingua giapponese “Passione”, prodotta da un editore indipendente giapponese, e conferma di aver avviato una serie di verifiche con l’editore orientale della rivista per comprenderne le ragioni e assicurarsi che simili errori non si ripetano in futuro”.

Tant’è che nei mesi successivi la ex compagnia di bandiera dedicò alla Sardegna, in particolare alla Costa Smeralda, uno speciale sulla mitica rivista “Ulisse”, il mensile in lingua italiana e inglese che si trovava a bordo di tutti i suoi voli. Alitalia dedicò inoltre all’isola un altro speciale che venne poi pubblicato sulla versione giapponese distribuita sui voli da e per Tokyo.

Un altro episodio abbastanza clamoroso avvenne l’anno successivo, il 2016, quando per incanto la Sardegna sparì dalla cartina ufficiale del Giro d’Italia. Quell’anno la manifestazione ciclistica non doveva passare nelle strade dell’isola, ma sicuramente questa non era una motivazione sufficiente per giustificare la radiazione dal territorio italiano.

Due anni fa, nel 2020, altre due cancellazioni. La prima fu opera di una non ben identificata corporazione canadese, tale Ufficio dell’Ontario per il controllo delle bevande alcoliche, che pubblicò una cartina con l’indicazione dei vini italiani più caratteristici, dal Chianti della Toscana al Primitivo della Puglia e al  siculo Nero D’Avola, in cui però non comparivano né la Sardegna né tanto meno i suoi rinomati vermentino, bovale e cannonau.

Anche in questo caso la dimenticanza ha comportato sicuramente un danno economico per l’isola e le per la trasmissione all’estero delle sue potenzialità enologiche. Una circostanza che – in questo caso specifico – fa auspicare la necessità di una vera promozione della conoscenza della Sardegna oltre oceano, magari più articolata di un solo spot televisivo costato quasi due milioni e mezzo di euro alle casse della Regione.

Sempre al 2020 risale, infine, l’ultima cancellazione ufficiale. Questa volta da parte della celeberrima guida enogastronomica del Gambero Rosso che nel numero del luglio 2020 aveva riproposto in ben due pagine la cartina italiana senza Sardegna e, ovviamente, senza i suoi ristoranti. Anche in questo caso era comunque arrivata la pronta rettifica del caporedattore della guida.

La domanda però sorge spontanea: Sardigna est o non est Italia?

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