Nina Gallittu e Anna Ligia, referenti regionali di CFU-Italia e in rappresentanza delle circa diecimila persone con fibromialgia presenti in Sardegna. Ben 9400 sono infatti quelle che nel 2024 hanno fatto domanda di bonus, ma calcolando il 3% della popolazione affetta, si supera quota 30 mila.
Il nuovo governo ha deciso di eliminare nel 2025 il bonus di 800 euro una tantum annuale elargito nel 2023 e 2024 e di sostituirlo con un rimborso di pari importo. Se il nome non cambia, IRF (Indennità regionale fibromialgia), il punto è che si passa da un’elargizione a una successiva rendicontazione. Un fatto che se in linea di principio non contraria CFU, presenta un vulnus nelle modalità e criteri di accesso.
“Il nuovo testo allunga e ingarbuglia la burocrazia e contiene ambiguità che creeranno inevitabilmente difficoltà di interpretazione. Si sono fatti dieci passi indietro, nessuno in avanti”, dichiarano Gallittu e Ligia.
“E’ inaccettabile e rischia di essere discriminatorio in ingresso. Il rimborso avverrà da parte dei Comuni, senza che sia specificato quando. Si cita la gratuità di integratori, senza puntualizzare se serve la prescrizione medica o si tratta di farmaci da banco. Si parla di attività ricreative, senza identificarle. Ad occuparsi dell’iter delle domande, saranno i Servizi Sociali, il che sposta il focus, perché siamo in ambito sanitario. Tra le spese ammissibili mancano visite mediche ed esami strumentali. E’ un testo – la sintesi – palesemente non tarato sulle persone con fibromialgia. Servono linee guida chiare“.
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