Si chiude senza esito la consultazione referendaria su lavoro e cittadinanza. I seggi, aperti per due giorni, hanno registrato un’affluenza nettamente inferiore alla soglia necessaria del 50% più uno degli aventi diritto al voto, rendendo di fatto invalidi i cinque quesiti proposti.
Lo spoglio delle schede, avviato nel pomeriggio di lunedì dopo la chiusura delle urne, ha confermato le previsioni di una bassa partecipazione. I dati definitivi sull’affluenza complessiva si sono attestati ben sotto il 30%, una percentuale insufficiente per il raggiungimento del quorum. In particolare, nella giornata di ieri, domenica, quando le urne erano aperte dalle 7:00 alle 23:00, la partecipazione si era fermata già a un modesto 22,7 per cento.
Gli elettori erano chiamati a esprimersi su cinque quesiti distinti: quattro riguardanti normative sul mondo del lavoro e uno incentrato sul tema della cittadinanza. La mancata partecipazione evidenzia un disinteresse o una scarsa mobilitazione su queste specifiche tematiche, segnando un’altra battuta d’arresto per lo strumento referendario in Italia. L’esito finale non consentirà alcuna modifica legislativa sui punti oggetto della consultazione.
Per quanto riguarda la Sardegna, sono stati resi noti i dati ufficiali relativa all’affluenza. Si è recato alle urne il 27,74% dei sardi, solo Veneto, Trentino Alto Adige, Calabria e Sicilia hanno registrato numeri più bassi. In sei comuni è stato raggiunto il quorum e si tratta di Nuoro, Soleminis, Monastir, Luras, Oniferi e Lodine. Nettamente avanti il sì, con una percentuale che si attesta intorno all’88%.
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