Un passo verso una sempre maggiore inclusività. Martedì 17 giugno il Consiglio Comunale di Cagliari discuterà un ordine del giorno per introdurre la Lingua dei Segni Italiana (Lis) e il Metodo Braille sin dalla scuola materna. L’obiettivo è garantire pari opportunità educative ai bambini con disabilità sensoriali e promuovere una cultura dell’inclusione fin dai primissimi anni di vita.
A firmare per prima l’iniziativa è la consigliera comunale di Fratelli d’Italia Stefania Loi. Il documento punta a un cambio di paradigma nel sistema educativo locale, in linea con quanto previsto dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità.
Secondo l’Istat, in Italia vivono oltre 1,2 milioni di persone con disabilità uditive e più di 360mila con disabilità visive. A Cagliari si stima che ci siano circa 5.000 cittadini con problemi uditivi e 1.500 con disabilità visive. Dati che rendono evidente la necessità di investire in politiche educative inclusive, capaci di abbattere le barriere comunicative già nella prima infanzia.
Il testo prevede l’introduzione facoltativa di Lis e Braille nelle scuole materne pubbliche; la formazione degli insegnanti e del personale scolastico; la realizzazione di materiali didattici accessibili; campagne di sensibilizzazione realizzate con il supporto delle associazioni del territorio; la partecipazione a progetti nazionali ed europei per finanziare e sviluppare queste attività.
L’iniziativa rientra negli obiettivi del PN Metro Plus 2021–2027, che punta a promuovere città più inclusive e innovative, collegandosi alle azioni già in atto del Comune di Cagliari in tema di inclusione sociale.
“L’inclusione non è un’opzione, è una responsabilità collettiva” spiega Loi. “Dotare tutti i bambini, con o senza disabilità, degli strumenti per comunicare, comprendersi e crescere insieme è un investimento sul futuro della nostra città”.
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