Forte opposizione della Regione Sardegna alla proposta di Difesa Servizi S.p.A. di concedere parte del Colle di Sant’Elia per una centrale fotovoltaica. L’Assessore degli Enti Locali e Urbanistica, Francesco Spanedda, ha commentato la manifestazione d’interesse che include una vasta porzione del colle di 37 ettari, definendola una “scelta priva di fondamento tecnico e giuridico, con forti criticità amministrative, paesaggistiche e urbanistiche”. L’Assessore ha ribadito che l’impostazione è “semplicemente inaccettabile. Non si può bandire un’area come potenzialmente disponibile, per finalità industriali e commerciali, quando essa è soggetta a vincoli che ne rendono inattuabile qualsiasi trasformazione rilevante.”
L’Assessorato ha prontamente analizzato la situazione, predisponendo una nota formale da inviare oggi al Commissario straordinario di Difesa Servizi S.p.A., chiedendo l’eliminazione dell’area del Colle di Sant’Elia dall’elenco dei siti oggetto del bando. Gli uffici, in collaborazione con l’Assessorato dell’Ambiente, hanno evidenziato criticità fondamentali. In primis, l’area è già stata oggetto di trasferimento all’Amministrazione regionale a seguito degli accordi del 2008, basati sull’art. 14 dello Statuto, rendendo lo sfruttamento commerciale e industriale da parte di Difesa Servizi inappropriato.
Inoltre, l’Assessore ha precisato che “l’area non è idonea all’installazione di impianti fotovoltaici, ai sensi della Legge Regionale n.20/2024”. Questa non idoneità è rafforzata dai numerosi vincoli paesaggistici (imposti anche dal Ministero per la Cultura), archeologici e dalle regole urbanistiche su cui la Regione Sardegna detiene competenza primaria. Il Colle di Sant’Elia è peraltro sottoposto a severi vincoli ambientali che richiedono valutazioni estremamente delicate per qualsiasi tipo di impianto.
Infine, Spanedda ha definito “paradossale” il riferimento della manifestazione d’interesse a una normativa nazionale che considererebbe tutte le aree militari automaticamente “idonee” alla trasformazione. Questa impostazione, sottolinea, “contrasta con la normativa regionale vigente, con le previsioni del Piano Urbanistico Comunale e con la pianificazione paesaggistica della Sardegna.” La Regione Sardegna si dichiara fermamente determinata a far valere queste ragioni in ogni sede, ribadendo la volontà di opporsi a “ogni tentativo di valorizzazione impropria del sito” e di attuare “tutte le azioni necessarie, in ogni sede, per impedire lo snaturamento di un’area di rilevanza storica, culturale e naturalistica per la città di Cagliari e per tutta la Sardegna.”
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